23.5.10

Zoofilia (Dino Buzzati)


E' la vergognosa lacuna della nostra regola morale. Una delle tante prove che in mancanza di una espressa legge o di una squalifica da parte della società, l'uomo è capace di commettere a cuor leggero le peggiori bassezze. Un test sicuro per misurare la civiltà di un popolo. [...]
Il camion dove i maiali erano stipati si fermò all'ingresso del macello. Fu sistemata una larga passerella perché le bestie scendessero. Giù! Giù! Ma i maiali dovevano aver sentito l'odore del sangue, o che so io. Non si volevano muovere e cominciarono a mandare degli ululati, delle grida strane e abbominevoli. Allora due omacci, impugnando certi pesanti spunzoni metallici salirono sul camion e presero a percuotere con furore i suini, per costringerli a sloggiare. Avevano l'accortezza di pestarli sul muso, per non rovinare le carni pregiate. Le urla dei maiali divennero spaventose. Ma ad uno ad uno rotolarono in basso. Il muso era ridotto per lo più a un informe grumo sanguinolento. A uno pendeva giù un occhio, rimasto attaccato per un esile filamento e a ogni passo ballava di qua e di là. A un altro era stata frantumata la mascella. La bocca si era così atrocemente spalancata e fra i rigagnoli di sangue i denti biancheggiavano.
"Va' sto lazzarone qua", esclamò uno dei due boia, "va' sto qua che ha voglia di ridere!". E i due uomini sghignazzarono di gusto. Gli uomini! Notoriamente fatti a somiglianza di Dio.

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