Leggo sulla prima pagina de "Il Sole 24 ore" di domenica: "Anche Flavio Cattaneo ha lasciato Tim, o meglio è stato accompagnato all'uscita a suon di milioni (si dice 25 milioni, ma per saperlo esattamente bisognerà aspettare il bilancio di fine anno)".
Infuria - anche
giustamente - la polemica sui privilegi dei parlamentari, ma a un
deputato per accumulare quanto prende costui di buonuscita sarebbe
necessario rimanere in carica almeno settant'anni; oppure che il suo
vitalizio duri 500 anni.
E non mi pare che ad
attenuare la mostruosità dei guadagni di uno che nel suo compito ha
fallito, giovi ricordare che quelli sono denari privati. Saranno
anche privati, ma tra gli azionisti che sborsano i 25 milioni o giù
di lì, sono presenti, attraverso i fondi di investimento e i fondi
pensione, le partecipazioni incrociate, le scatole cinesi e altri
magheggi, risparmiatori medi e piccoli e pensionati che neanche lo
sanno di essere azionisti.
Mi dice un amico "è
il capitalismo, bellezza!".
Lo so che è il capitalismo, bellezze, che abbatterlo è difficile e non è detto che - dopo - arrivi la società perfetta. Ma vogliamo tenercelo così com'è? Neanche frenarne gli eccessi vogliamo più, neanche metterlo in riformatorio per correggerlo?
Lo so che è il capitalismo, bellezze, che abbatterlo è difficile e non è detto che - dopo - arrivi la società perfetta. Ma vogliamo tenercelo così com'è? Neanche frenarne gli eccessi vogliamo più, neanche metterlo in riformatorio per correggerlo?
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