3.12.09

Gli altarini di Catania.


Il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli
Nessun italiano, neanche ateo
Il pomeriggio del 10 novembre l’Ansa di Catania diffonde la notizia della scoperta dal parte dei vigili urbani di un altarino murato. In serata, talora arricchita da nuovi particolari, l’informazione è rilanciata dai siti cittadini e regionali. Così Siciliainformazione: “Un altarino murato è stato scoperto dalla polizia municipale di Catania in via Vitali, una stradina del centro storico della città, attigua a via Etnea, durante un'operazione di controllo nella zona nei confronti di venditori ambulanti abusivi. Secondo i vigili urbani a murarlo potrebbero essere stati dei senegalesi musulmani che abitano nella traversa”. Il sito riporta una dichiarazione del comandante della polizia municipale di Catania, il generale Maurizio La Magna: "Ci siamo recati sul posto per dei controlli che ci erano stati sollecitati da abitanti della zona. E con sorpresa, oltre a carretti in legno e in metallo, che abbiamo sequestrato, abbiamo trovato un altarino completamente murato. Io credo - osserva il gen. La Magna - che nessun italiano, neppure ateo, possa chiudere con blocchi e cemento un altarino, ma sappiamo che in quelle strade abitano numerosi senegalesi che sono musulmani e che, a mio parere personale, potrebbero essersi infastiditi per la presenza di una rappresentazione forte della fede cattolica cristiana, così come lo è il crocifisso. Un'operazione che io ho trovato inquietante...".



Un gesto sacrilego
Cataniaoggi riferisce il commento del Sindaco, Raffaele Stancanelli: “Indipendentemente da chi ha avuto la balzana idea di ricoprire di cemento un simbolo della fede e della tradizione cristiana, è un fatto deplorevole che amareggia profondamente. Il nostro impegno per la legalità, serio e sotto gli occhi di tutti, sta trovando resistenze forti. In questo caso siamo davanti a un gesto sacrilego forse operato da chi a quella simbologia non attribuisce alcun significato. Tante volte negli ultimi mesi la nostra polizia municipale ha dovuto fare fronte a extracomunitari che hanno reagito, a volte anche violentemente, perché gli è stato impedito di vendere merce contraffatta e proseguire la loro azione nell'illegalità. Da parte nostra c'è il massimo rispetto per il sentire religioso e le tradizioni di tutte le etnie che vivono e convivono nella nostra città, ma è giusto pretendere reciprocità perché atteggiamenti diversi verso la nostra cultura e la nostra tradizione non potrebbero essere certo da noi tollerati".
L'accostamento tra la denuncia del "sacrilegio" e quella dell'abusivismo commerciale mi sembra infondata, ma assai maliziosa.



La discarica
L’indomani la notizia è riportata sia da “la Repubblica”, edizione di palermo, sia dal quotidiano catanese “La Sicilia”. Intanto Giuseppe Scatà, un cronista di “U cuntu”, la rivista e il sito diretti da Riccardo Orioles e che raccoglie a Catania la difficile eredità di Pippo Fava fanno alcune verifiche.
Un bancarelliere catanese della fiera che vende piumoni e ha il magazzino in via Costarelli dice: “La parete dell’altarino è quella del mio magazzino. Io lavoro da quindici anni qui ed è sempre stato murato”. La strada, al contrario di quanto dicono i vigili urbani, è abitata anche da catanesi, da studenti fuorisede e dai cinesi di una bottega vicina, i quali, intervistati, che dicono: “Abitiamo proprio di fronte all’altarino. Da sette anni l’abbiamo visto sempre così. Col cemento”. Così un catanese che abita in via Vitali fin da bambino, che ci racconta: “La strada era diventata una discarica già da parecchi anni, e molta gente veniva qui a orinare. Tanto che io non passavo più dall’altarino da quando ero ragazzo. Credo che qualcuno, impietositosi delle condizioni della strada, abbia rimosso la Madonnina e murato una nicchia ormai totalmente dimenticata. Noi abbiamo chiamato per anni la nettezza urbana e i vigili urbani, ma non ci hanno mia dato retta, fino a quando abbiamo minacciato l’intervento di Striscia la Notizia, e i vigili sono arrivati. Escludo assolutamente che siano stati i senegalesi”.

Quale onore!
Il 12, dopo la lettura di “U Cuntu” interviene il questore Domenico Pinzello, che manda i poliziotti e smentisce i vigili urbani: "Il nostro personale ha appreso direttamente dai residenti che l’altarino è stato murato 15 anni fa. Rassereniamo gli animi". Il caso è chiuso. Ma com’è stato possibile che il generale delle guardie municipali, il sindaco di una grande città, giornalisti di grandi agenzie e diffusi quotidiani abbiano potuto accreditare la notizia senza verifiche? Ce lo spiegano i cronisti di “U Cuntu”, i quali in vari articoli ci informano di un clima di intolleranza, cui partecipano anche i vigili urbani. Sgomberi, perquisizioni non autorizzate in case di senegalesi, tensioni con altre minoranza di immigrati. Si arrivò nel 2007 a un arresto di zingari accusati del rapimento di un minore, totalmente inventato.
La cosa più grave, ma non sorprendente, è l’incoraggiamento che l’intolleranza riceve dal Sindaco. Quei simboli religiosi che il 10 novembre riteneva profanati, non gli parvero affatto offesi dagli intrighi della mafia per governare la festa di Sant’Agata denunciati da un’inchiesta della Magistratura. Figurarsi, gli “uomini d’onore” non possono che onorare Iddio, la Madonna e i Santi.

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