26.12.09

La canzone di Piccolino. Un'altra delle poesie per l'infanzia di Guido Gozzano.



La Canzone di Piccolino

(da una leggenda brettone)

di Guido Gozzano


Piccolino, morta mamma,

non ha più di che campare;

resta solo con la fiamma

del deserto focolare;
poi le poche robe aduna,
mette l’abito più bello
per venirsene in città.
Invocando la fortuna
Con il misero fardello,
Piccolino se ne va.

E cammina tutto il giorno,
si presenta ad un padrone:
-“Buon fornaio al vostro forno
accoglietemi garzone”.-
Ma il fornaio con la moglie
ride ride trasognato:
-“Piccolino, in verità
il mio forno non accoglie
un garzone appena nato!
Non sei quello che mi va”.

Giunge al Re nel suo palagio,
si presenta ardito e fiero:
-“Sono un piccolo randagio,
Sire, fatemi guerriero”.-
Il buon Re sorride:-“Omino,
vuoi portare lancia e màlia?
Un guerriero? In verità
Tu hai bisogno della balia!
Tu sei troppo piccolino:
non sei quello che mi va”.

Vien la guerra, dopo un poco,
sono i campi insanguinati;
Piccolino corre al fuoco,
tra le schiere dei soldati.
Ma le palle nell’assalto
lo sorvolano dall’alto
quasi n’abbiano pietà.
-“E’ carino quell’omino,
ma per noi troppo piccino:
Non è quello che ci va!”-

Finalmente una di loro
Lo trafora in mezzo al viso,
Esce l’anima dal foro,
vola vola in Paradiso:
ma San Pietro: -“ O Piccolino,
noi s’occorre d’un Arcangelo
ben più grande, in verità.
tu non fai nemmeno un Angelo
e nemmeno un Cherubino…
non sei quello che ci va”.-

Ma dal Trono suo divino
Gesù Cristo scende intanto,
e sorride a Piccolino
e l’accoglie sotto il manto:
-“ Perché parli in questo metro,
o portiere d’umor tetro?
Piccolino resti qua.
Egli è piccolo e mendico
senza tetto e senza amico:
Egli è quello che mi va…
O San Pietro, te lo dico,
te lo dico in verità!…”-

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