13.12.09

Non olet

Museo del Louvre,Seggetta in porfido
per i bisogni fisiologici, IX secolo 

Reprehendenti filio Tito, quod etiam urinae vectigal commentus esset, pecuniam ex prima pensione admovit ad nares, suscitans:"Num odore offenderetur"; et illo negante:"Atqui, inquit, e lotio est". (Svetonio, De vita Caesarum).
Narra la leggenda raccolta da Svetonio che Vespasiano, biasimato dal figlio Tito perchè aveva stabilito un'imposta sulle minzioni, gli fece annusare i primi soldi ricavati da quell'imposta domandogli se puzzassero. E, avendo Tito risposto di no, gli fece notare che provenivano da quella tanto deprecata tassa.
E' solo l'inizio di un processo di sfruttamento utilitaristico che Costantino avrebbe in seguito perfezionato e ampliato: chi si era sporcato le mani con il commercio e i traffici esercitando l'usura e altre pratiche immonde avrebbe potuto espiare il proprio delitto pagando l'imposta sui propri escrementi. E nello stesso momento in cui tu, mendicante, usuraio, commerciante, trafficante, donna di malaffare, pagando ti sarai mondato dei tuoi peccati, anche il tuo oro che prima puzzava perderà ogni sgradevolezza olfattiva.
Non stupisce che di tutto questo sia sopravvissuto ai nostri giorni il noto adagio per cui "i soldi non hanno odore": esso esprime con chiarezza quella verità che ogni potere economico cerca di tacere, ma mai di negare.
"L'assioma di Vespasiano" come lo chiama Balzac, infatti, trasforma ogni fortuna accumulata in "oro lustrale" e quindi capace di dare lustro e rispettabilità al suo possessore.
Se il denaro non ha odore significa che nulla lascia trapelare dei piccoli e grandi delitti che rappresenta.
"Basta che l'alta società - scrive Balzac - conosca l'entità delle vostre ricchezze, perchè voi siate elevati al rango di quei grandi che vi stanno alla pari, e nessuno vi chiederà la patente di nobiltà, perchè lo sanno tutti qual è il suo prezzo".
Certo è che il destino che la storia ha riservato a Vespasiano non è dei più invidiabili: cavalcare i secoli per consegnarci un detto moralmente eccepibile che altro non è che la desinenza di un concetto più ampio completamente disperso. E per di più sentirsi quotidianamente evocati perchè il proprio nome identifica un luogo all'aperto, vagamente protetto, destinato alla minzione maschile. E senza imposta alcuna: nessuno ha più niente da espiare.

(pagina pubblicitaria per Tenax su Alfabeta N.88 Settembre 1986)

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