7.3.10

I re sono nudi.


Sul supplemento culturale de “La Stampa”, “Tuttolibri” del 20 febbraio scorso Marco Aime cura una piccola bibliografia sul tema dell’integrazione. Tra i libri che presenta mi incuriosiscono di più quello di Giuseppe Caliceti, Italiani, per esempio. L’Italia vista dai bambini immigrati (Feltrinelli) e quello di Davide Zoletto Il gioco duro dell’integrazione. L’intercultura sui campi da gioco (Cortina). Dall’uno e dall’altro il recensore cita testimonianze di bambini immigrati. Le frasi riportate mi fanno venire in mente Sklowskij e Andersen. Del grande formalista russo ho in particolare presente la “mossa del cavallo”, tipica dei grandi letterati che non rappresentano la realtà frontalmente, appiattendola, ma come il cavallo degli scacchi l’avvicinano con il caratteristico movimento a L che consente di percepirne e restituirne lo spessore. Ed ho presente lo “straniamento”, la tecnica letteraria che consiste nell’osservare le cose più ordinarie da un punto di vista assolutamente insolito e che potenzia le capacità conoscitive della letteratura. L’Andersen che mi torna alla memoria è il grande favolista danese, quello de I vestiti dell’imperatore, in cui il bambino proclama quello che tutti vedono e fingono di non vedere perfino con sé stessi: “Il re è nudo”.
Dal combinato disposto del candore infantile e del punto di vista inusuale arrivano frasi come queste:
Qui in Italia gli italiani sono molti, ma vicino a casa mia non ne vedo nessuno” (Iruwa, 6 anni, originario della Costa d’Avorio).
Io ho capito che se tu impari a giocare e a sapere di calcio è più facile che i bambini in Italia sono miei amici perché in Italia parlano tutti sempre del calcio” (Tong, 8 anni, bambino cinese).
Per me l’Italia è proprio come io mi ero immaginato. Infatti è piena di cose bellissime, ma anche di tanta spazzatura” (Azizi, originario del Senegal).
In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l’altro re è il Papa. Berlusconi comanda l’Italia, il Papa comanda gli italiani” (Lili, bambina cinese).
Sono bassi, simpatici, allegri, sempre alla moda. Gli italiani assomigliano agli albanesi” (Vera, bambina albanese di 9 anni).
Io sono nata a Montecchio, però mio papà e mia mamma sono albanesi, anch’io allora sono albanese. Io ho fatto l’asilo qui, la scuola qui. Io vorrei chiedere al maestro due cose. La prima cosa è questa: io sono italiana, albanese o tutti e due? La seconda: ma io sono immigrata o no?” (11 anni, il nome non è menzionato).

Nessun commento:

Posta un commento