10.4.10

La speranza, l'umiliazione e la paura. Moisi e la geopolitica delle emozioni.

Uno studioso francese di geopolitica tra i più importanti, Dominique Moisi, ha costruito uno schema di interpretazione dell’attuale dialettica planetaria che, pur raccogliendo da Huntington e da suo celebre libro sullo “scontro di civiltà”, l’ipotesi di un conflitto tendenzialmente catastrofico, sceglie un diverso criterio di identificazione dei “mondi” che si contrappongono. Nel disegno, che Moisi, fondatore dell’Institut francais des relations internationales, propone (vedi il volume recentemente pubblicato da Garzanti Geopolitica delle emozioni), la storia avrebbe separato nel nostro tempo tre aree relativamente omogenee di emozioni, di culture diffuse e interpretative dei comportamenti collettivi.

Da una parte l’emozione e la cultura dell’umiliazione per i popoli dell’Islam, emarginati dal processo storico; l’emozione e la cultura della speranza per i popoli dell’Asia proiettati verso un futuro che vede nel Pacifico il fulcro dell’espansione economica e produttiva; l’emozione e la cultura della paura nel tradizionale Occidente in preda a una crisi di identità e timoroso di un’invasione.

Lo schema è discutibile e presenta inciampi (la collocazione del Giappone, per esempio) che Moisi non ignora; pure propone più di un'utile suggestione nella rilettura del passato e nell'interpretazione del presente. Non è un talismano, ma vale la pena di confrontarsi con esso e di tenerne conto.

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