13.4.10

Pedofili e razzisti. Lo storico Cardini e il vescovo Babini.

Franco Cardini, illustre storico delle Crociate, è, culturalmente, un uomo di destra, ma riscuote un alto gradimento anche a sinistra soprattutto per le sue posizioni sulla Palestina e le guerre irachene; e non ha mai nascosto una generica simpatia per il movimento antiglobalizzazione. Da stamattina nel sito cattolico tradizionalista Pontifex.Roma c’è una sua breve intervista al direttore Volpe, che riguarda la famigerata omelia del venerdì santo del frate cappuccino televisivo Cantalamessa, predicatore pontificio. Dice Cardini: “Non ha detto nulla di così offensivo o sconvolgente, anzi le sue intenzioni erano rette e sono state volgarmente strumentalizzate per attaccare lui e la Chiesa”. Le critiche a Cantalamessa si erano concentrate sul parallelo da lui formulato tra l’antisemitismo e gli odierni attacchi alla Chiesa cattolica in margine all’affaire pedofilia. Cantalamessa, infatti, rivolgendo un pensiero ai “fratelli ebrei” che “sanno per esperienza cosa significa essere vittime della violenza collettiva”, aveva citato la lettera ricevuta da un amico ebreo, che così si sarebbe espresso: “Sto seguendo con disgusto l'attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo”.

Ad una contenuta reazione del rabbino capo di Roma erano seguite parole infuocate da giornali israeliani, da celebrati rabbini e da responsabili di associazioni abraiche in America e in Europa.

Tra le più violente quelle di Stephan Kramer, segretario del consiglio degli ebrei tedeschi: “E’ ripugnante, osceno e soprattutto offensivo nei confronti di tutte le vittime degli abusi così come nei confronti di tutte le vittime dell’olocausto. Sinora non ho visto San Pietro bruciare né ci sono stati scoppi di violenza contro preti cattolici… Il Vaticano sta tentando di trasformare i persecutori in vittime”. Il rabbino statunitense Gary Greenebaum ha a sua volta esplicitato le ragioni profonde di codesta reazione: “La violenza collettiva contro gli ebrei ha avuto come effetto la morte di sei milioni di persone”.

E’ questo un punto scoperto del mondo ebraico, “l’unicità della Shoah”, a cui nulla dovrebbe essere paragonato tanto nella storia quanto nell’attualità. Annegare l’Olocausto tra le violenze e ingiustizie della storia è prassi di quel “revisionismo storico” che tende a riabilitare i nazisti, colpevoli sì, ma come tanti altri. Le proteste ebraiche sono pertanto ampiamente giustificate anche se comportano qualche conseguenza deleteria, per esempio il silenzio e l’oblio caduti sul genocidio degli zingari, contestuale a quello degli ebrei europei e ad esso perfettamente paragonabile nella qualità (il progetto di eliminazione sistematica e scientifica di un intero gruppo etnico) se non nella quantità. Sull’argomento si veda in questo blog il Lo sterminio degli invisibili. Perché è stato cancellato dalla memoria l'olocausto degli zingari e quanto ha scritto sull’argomento Clara Gallini (http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2010/03/lo-sterminio-degli-invisibili-perche-e.html).

In ogni caso Cantalamessa non ha affatto paragonato gli attuali attacchi alla Chiesa ai campi di sterminio. Nel suo dire ci sono invece due passaggi importanti, uno improvvido e tale da giustificare dure repliche, un altro degno di qualche riflessione. Gratuito ed assurdo mi pare il riferimento alla “violenza collettiva”, visto che le critiche alle gerarchie cattoliche (e non si tratta certo né di pogrom né di linciaggi) sono il più delle volte puntuali e motivate. La Chiesa come istituzione non è certo responsabile dei casi di violenza e di abuso contro bambini e bambine che hanno avuto come attori vescovi, abati e monsignori, priori, preti e frati; ma lo è dell’opera di sistematica copertura, dell’omertà che ha richiesto ai suoi dignitari e ai suoi fedeli, dell’impunità di cui hanno goduto i colpevoli.

Degna di attenzione mi pare invece la critica di Cantalamessa all’uso di stereotipi come base di xenofobie, razzismi e persecuzioni. In queste ultime settimane la satira e le barzellette sembrano sovrabbondare di generalizzazioni: ne abbiamo sentite e viste di tutti i colori, da quella dei mercanti di souvenir in Vaticano nelle cui bancarelle vanno a ruba inattaccabili mutandine metalliche per bambini al segnale stradale di pericolo che mostra un prete a caccia di pargoli. E’ accertato che tra i preti ci sono più pedofili che in quasi tutte le categorie (con l’eccezione, forse, degli zii) e circolano ragionevoli spiegazioni del fenomeno, collegato più che con il celibato in sé con la sessuofobia che sottende e che informa la formazione dei preti e la morale cattolica ufficiale; ma, ovviamente, si tratta pur sempre di piccole minoranze. Alla satira e alla barzelletta è comunque concesso esagerare e generalizzare, sempre che qualcuno dotato di autorità e responsabilità non manchi poi di spiegare che non è vero né vicino a verità che i preti siano di necessità pedofili. E che si tratta, appunto, di uno stereotipo, esattamente come quello per cui gli ebrei sarebbero tutti avidi e taccagni se non propriamente strozzini. Credo pertanto che l’invito all’attenzione del predicatore Cantalamessa e la difesa fattane da Cardini abbiano qualche ragione.

Non posso tuttavia non notare che la presenza di Cardini in quel sito lì mi ha sorpreso. E’ lo stesso spazio in cui venerdì scorso era intervenuto il vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini, aveva parlato di una manovra orchestrata dai “nemici di sempre del cattolicesimo, ovvero massoni ed ebrei” e aveva accusato “soprattutto i sionisti, vista la potenza e la raffinatezza”.

“Loro – aveva aggiunto - non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi. Le Scritture lo dicono bello chiaro… La loro colpa fu tanto grave che Cristo premonizzò quello che sarebbe accaduto loro con ‘il non piangete su di me, ma sui vostri figli’". Alla domanda su che cosa intenda il prelato si lascia andare: “l'olocausto fu una vergogna per la intera umanità, ma ad esso occorre guardare senza retorica e con occhi attenti. Non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità é che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono la economia tedesca. Una tanto veemente reazione si deve anche a questo, la Germania era stanca delle angherie di chi praticava tassi di interesse da usura”. Ne ricaviamo l’impressione che il vescovo emerito è anche un emerito imbecille e un emerito farabutto (l’una cosa non esclude l’altra).

Cardini ha tutto un altro spessore. Ma anche lui si lascia andare; dice che i cattolici dovrebbero essere meno buonisti e non tollerare attacchi da altre religioni in nome del dialogo. Aggiunge: “Quello dell' ebraismo é un mondo complesso, con reazioni distinte. Ho apprezzato per esempio, le reazioni pacate e distese del rabbino di Roma e dunque non é pensabile generalizzare. Ma indubbiamente bisognerebbe sottolineare anche le loro colpe”.

Vorremmo sapere: “loro, di chi?”. Cardini non lo dice e non allude, come Babini, a usura e taccagneria. Fa, piuttosto, un esempio di peso: “I palestinesi sono vittime di condotte che offendono i diritti dell' uomo”.

Assolutamente vero, ma chi ne deve rispondere?

Il complotto universale dei sionisti? gli ebrei e le ebree di tutto il mondo?

Oppure, senza generalizzazioni arbitrarie, lo Stato, l’esercito e il governo di Israele? e, anche, tutti quelli (ebrei e non) che li sostengono, in Palestina come altrove?

Cardini non lo chiarisce. Segno che gli stereotipi possono annebbiare il cervello perfino tra gli intellettuali più raffinati.

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