Poche parole per questo nostro compagno, poeta, comunista e marxista, rigoroso come pochi.
Tanti anni fa, nel 74 credo o nel 75, dedicò al Congresso della Federbraccianti della Cgil una sua poesia, due brevi quartine, che il giornale del benemerito sindacato pubblicò in prima pagina. Mi piacque tanto che l'imparai a memoria, ma ora ricordo solo la seconda quartina. Fa così:
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Fosse mia patria la terra dei padri
questa terra ch'è patria al padrone
una luna sarebbe la mia falce
e questo sole mi sarebbe un sole
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Avevo pensato di scrivere a Sanguineti perché mi aiutasse a rintracciare la prima quartina che non è più nella mia memoria. Temo che non si trovi nei libri, ma, ovunque essa sia, la recupererò. E' un impegno che prendo solennemente per onorare un grande intellettuale che non cessò mai di intrattenere con il mondo popolare, specie della sua Genova e della sua Liguria, un rapporto intenso, di reciprocità, di scambio autentico.
Un grande intellettuale ed un vero rivoluzionario...
RispondiEliminaIn un'epoca in cui tutti (intellettuali compresi)fanno a gara a chi sorride stupidamente e banalizza di più, spargendo penosi luoghi comuni e intonando peana al mercato.
Ma lui era un grande studioso ed estimatore di Gramsci...
Altri uomini, altra serietà, altri ideali!
Ciao