21.5.10

In Spagna, i fiori (da "Il nuovo Canzoniere italiano" - n.1, luglio 1962)

Un manifesto franchista contro
i "balli moderni" (Madrid, 1961)
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Il primo numero de “Il nuovo Canzoniere italiano”, uscì per le Edizioni Avanti Spa di Milano, la casa editrice legata al Partito socialista italiano, nel luglio 1962. Ancora in attesa di autorizzazione era curato da Roberto Leydi e Sergio Liberovici. L’editoriale, riservando ad altre sedi l’indagine scientifica, prometteva di sollecitare l’interesse per il canto tradizionale popolare e popolaresco e, insieme, di rivitalizzare, grazie agli esempi storici, la canzone di protesta politica e sociale italiana, valorizzando le esperienze di creatività di nuovi autori e cantanti che si cimentassero con il repertorio popolare consuetudinario o che sperimentassero testi e/o ritmi nuovi. Non mancava il sentimento internazionalista. Non a caso ad aprire le sue pagine erano due canti dell’antifascismo europeo contemporaneo, delle due grandi nazioni europee ancora sotto il tallone della dittatura, la Spagna e il Portogallo. La canzone politica portoghese si intitolava O vicho (il verme), epiteto diretto al dittatore Salazar e si concludeva con un allegro “Morirà, morirà, morirà / il verme morirà”. Il canto antifranchista spagnolo, raccolto nel 1961 a Madrid, si intitolava En Espana, las flores e tristissimo ricordava la fine della Repubblica ad opera dell’esercito del Caudillo, il primo aprile del 1939 (S.L.L.).


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In Spagna, i fiori
Che nascono in aprile
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Non nascono nell’allegria,
Ma nel dolore
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Di tre anni di lotta
Di tre anni e mille
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Che un popolo resistette
Da solo, contro il fucile.
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In Spagna i fiori
Non vogliono più vivere
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Perché il popolo spagnolo
Morì in aprile.
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Però i fiori ritornano.
Chi li fece morire
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Non sapeva che i fiori
Ritornano ogni aprile.
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La Spagna non è morta mai
Né mai potrà morire.
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Il popolo e i fiori
Non li uccide il fucile,
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Non li uccide il fucile.

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