11.5.10

Una vita da mediano. Caprini, rifondarolo benaltrista.

Sulla rassegna stampa della Regione ( http://rassegna.crumbria.it/pdf/290127.pdf )

leggo dal “corrierino” ampi brani da un intervento di un compagno della segreteria del Prc di Perugia, un certo Caprini. Secondo lui la Marini non la racconta giusta o, almeno, non la racconta tutta sulla mancata nomina di Vinti come assessore rifondarolo.

Caprini scrive in una lingua stranissima (“quest’analisi però non può essere esaustiva a fronte delle difficoltà interne…”; “potrebbe venire il dubbio che il motivo sia un altro e che questo, fortunatamente verrebbe da dire, attenga solo ed esclusivamente alla proposta politica messa in campo…”). Verrebbe da dire subito “ma va!”; ma cerchiamo ugualmente di capire. Le ragioni indicate, in forma di domanda, sono due. La prima riguardebbe la cosiddetta “Italia mediana”, cioè “la messa in relazione delle esperienze, delle tradizioni, delle culture sociali e di governo delle regioni dell’Italia centrale come antidoto al modello federalista selvaggio del nord ed al sistema ancora fortemente assistenzialista al sud”. Cosa voglia esattamente dire il compagno io non lo so e temo che non lo sappia neppure lui. Se vuol dire che l’Umbria da sola non ce la fa e deve agire in accordo con le regioni “rosse” dell’Italia centrale, la Toscana, l’Emilia Romagna, volendo le Marche (spero non il Lazio della Polverini), non posso che essere d’accordo. Ma non ci dice come. Vuole abolire l’Umbria? Vuole chiedere a toscani e marchigiani di fare società uniche dei trasporti, della sanità, di altri servizi? O che altro? Ora come ora un discorso generico sull’Italia mediana è comunque acqua fresca e non dà fastidio a nessuno. Caprini vuol farci credere che escludono Rifondazione perché è la forza politica che “negli ultimi mesi ha convintamente lavorato per inserire nell’agenda politica il tema dell’Italia mediana”? Ma va!

Seconda ragione indicata da Caprini è che Riommi vuol risparmiare sulle cure dentistiche gratuite per le persone poco danarose, previste da una legge che aveva il primo firmatario in Vinti. L’ipotesi mi pare fondata, ma pensare che Vinti in giunta renderebbe più difficile il progetto è un illusione. Forse, se vuole, Vinti può fare di più fuori dalla Giunta, con le mani libere. Si facciano manifesti, si organizzino riunioni, si cerchi l’assenso delle confederazioni e dei sindacati pensionati e, forse, salveremo le dentiere gratis o quasi. Io son pronto a mobilitarmi, nel mio piccolo.

La verità comunque la sanno tutti. Carpinelli e i dilibertiani non amano Vinti e fanno i calcoli loro, sperando nel rovesciamento del verdetto ternano a favore di Mascio. In Rifondazione Goracci e Stufara vorrebbero essere loro gli assessori; pensano: i voti li portiamo noi, che diavolo vuole Vinti? Hanno da ultimo accettato di sostenerlo, dopo aver minacciato sfracelli, ma si capisce che è tutta una finta. Catiuscia Marini, da palazzo Donini, non sceglie, perché per ora gli sembra la soluzione più vantaggiosa. Se nominasse Vinti, avrebbe di sicuro contraccolpi in Consiglio regionale: le romperebbe l’anima il cugino Carpinelli e forse anche qualcun altro.

Dopo una perifrasi su dibattito e confronto come “migliori viatici” Caprini conclude: non ci sono solo capricci alla base della caparbietà con cui ci si nega una “rappresentanza”, c’è ben altro. Ha ragione: ci sono ragioni politiche. Prima fra tutte il fatto che la Fed, non solo in Umbria, è morta prima di nascere, e che Rifondazione non è più un partito, ma una federazione di individui e gruppi locali. Lo dico con dolore, perché un partito, anche piccolo, che mettesse le sue residue strutture, energie umane e finanze a disposizione dei ceti e delle lotte popolari mentre la crisi infuria, io lo guarderei con rispetto e ammirazione e in molti casi lo seguirei, pur sapendo che non ha grandi prospettive. Sarebbe una forza di resistenza, ma potrebbe ottenere qualche risultato. Ma per come è ridotta Rifondazione non serve a niente. Lo sa bene anche Ferrero che ha smesso di fare il segretario a tempo pieno ed ha scelto di andare a guadagnarsi altrove lo stipendio. Non alla Fiat da dove era partito, ma alla Regione Piemonte, dove qualche tempo fa, credo, ha vinto un concorso.

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