3.6.10

Censura. In attesa della legge pressioni sui cronisti.

Mentre è in discussione l’orribile legge sulle intercettazioni, che grazie all’emendatore Centaro potrebbe estendere la censura anche ai dibattimenti processuali, è in atto una pressione intimidatoria che si esprime attraverso iniziative giudiziarie e procedure dubbie. Il nostro amico coraggioso amico Gaetano Alessi, direttore e animatore di Ad Est, un mensile di siciliani liberi, non ne può più di processi. Ad Antonio Massari, un cronista barese che collabora con “Il fatto” ne stanno succedendo di cotte e di crude. Aveva pubblicato il 12 marzo le celebri telefonate di Berlusconi che telefonava al commissario Agcom Innocenzi per fare chiudere “Anno zero”. Il 14 la Digos lo informava ufficialmente che era indagato per indebita divulgazione di atti istruttori. Il due aprile è convocato dalla Questura di Bari ove lo perquisiscono e gli sequestrano due telefonini: chissà cosa pensano di trovare nei telefonini che si è portato in questura. Non basta: dopo la perquisizione in questura tutti a casa del giornalista. Si portano via il suo computer e quello della sua compagna. Il primo maggio (lo scrive “Il fatto”) non avevano ancora restituito alcunché. Avrebbe potuto copiare tutto il contenuto in mezza giornata, anzi avrebbero dovuto farlo per esigenze dell’indagine: i file temporanei potrebbero sparire, alcuni accessi a Internet potrebbero divenire irrintracciabili. E invece no. Non copiano, non esaminano, non restituiscono. A metà mese il povero Massari è di nuovo interrogato e perquisito, stavolta per ordine dei magistrati di Perugia, Sergio Sottani e Alessia Tavernesi. Il casus riguarda l’interrogatorio perugino di Bertolaso pubblicato su “Il fatto” e su “Libero”. Stavolta non è (ancora) indagato, ma persona informata dei fatti. Con lui è interrogata Roberta Catania di “Libero”. Barinlive, il giornale on line che racconta la vicende, informa che alla cronista hanno copiato (saggiamente) la memoria del computer. Hanno perquisito anche lei ma viene “fatta denudare da un carabiniere donna in un vano riservato”. Quanta delicatezza.


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