1.6.10

Elogio degli amori ancillari. Una poesia di Guido Gozzano.

Elogio degli amori ancillari

I

Allor che viene con novelle sue,

ghermir mi piace l'agile fantesca

che secretaria antica è fra noi due.

-

M'accende il riso della bocca fresca,

l'attesa vana, il motto arguto, l'ora,

e il profumo d'istoria boccacesca...

-

Ella m'irride, si dibatte, implora,

invoca il nome della sua padrona:

«Ah! Che vergogna! Povera Signora!

-

Ah! Povera Signora!...» E s'abbandona.

*****

II

Gaie figure di decamerone

le cameriste dan, senza tormento,

piú sana voluttà che le padrone.

-

Non la scaltrezza del martirio lento,

non da morbosità polsi riarsi,

e non il tedioso sentimento

-

che fa le notti lunghe e i sonni scarsi,

non dopo voluttà l'anima triste:

ma un piú sereno e maschio sollazzarsi.

-

Lodo l'amore delle cameriste!

***
Da I Colloqui

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