Cesserà il 5 luglio l’esilio del sindaco di Licata, Angelo Graci?
Fu arrestato perché colto in flagrante ad’intascare la sua parte in una tangente. 6000 euro da dividere con un’assessore e un funzionario L’appalto di 31.500 euro (cifra nettamente superiore a quella richiesta da altre agenzie per lo stesso servizio) riguardava uno spettacolo musicale per la festa di Sant’Angelo, il 5 maggio 2009. Cifre ridicole, ma appunto per questo tali da suscitare il sospetto di un vero e proprio sistema, rimasto nascosto per le leggi dell’omertà che pochissimi hanno il coraggio di violare.
Dopo un periodo di arresti domiciliari gli venne comminato il divieto di dimora a Licata con l’obbligo di fissare la sua residenza ad almeno 50 Km di distanza dal luogo del misfatto.
Il Gup di Agrigento Stefano Zammuto il 5 maggio 2005 lo ha finalmente rinviato a giudizio, per corruzione aggravata. La prima udienza del processo è fissata per il 5 luglio davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento. Dal momento dell’arresto a Licata è successo di tutto: dimissioni del Consiglio comunale, denunce di assessori, pubbliche manifestazioni. Ma niente: Graci non si è dimesso, ha continuato ad esercitare il suo mandato dall’esilio San Leone, la località balneare non lontana da Agrigento, ove con regolarità continua a ricevere funzionari, cittadini e imprenditori e ad emanare delibere e determine. Non lontano da lì c’è la celebre villa del Kaos, ove nacque Luigi Pirandello.
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