Tremonti, forse intenzionato a promuovere tardivamente a qualche iniziativa antievasione, ha preparato un redditometro, indicando i settori di spesa che devono creare qualche allarme ai detective della pubblica finanza. Tra le spie di un reddito alto (verosimilmente superiore a quello dichiarato) gli esperti del Ministero hanno indicato l’iscrizione dei figli alle scuole private, in genere piuttosto costose. Non lo avesse mai fatto: le scuole private sono quasi tutte legate alla Chiesa cattolica e in Italia – lo scriveva Sciascia – non si scherza né coi Santi né coi fanti.
Renato Farina, l’ex giornalista spione (fu espulso dall’Ordine perché al soldo della Cia e coinvolto in operazioni illegali della centrale spionistica Usa al tempo di Bush), che Berlusconi ha eletto deputato, ha presentato con molti altri una urgente interpellanza di protesta, che tra l’altro stigmatizza perfino la denominazione “scuola privata”. L'ha illustrato nella seduta del 31 maggio. Le argomentazioni sono due. Primo: la “libertà educativa” della famiglia è un valore sovraordinato rispetto all’onestà fiscale. Secondo: chi manda i figli nelle scuole private fa risparmiare molti euro allo Stato. In sostanza chi manda in figli nelle scuole dei preti, spesso carissime, è un eroe della libertà educativa e un benemerito dell’erario ed ha pertanto il diritto di mentire al fisco. Evviva.
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