14.8.10

Scrivere poesie (di Mao Tse-tung)

12 gennaio 1957

Cari Keh-chia e compagni,

ho ricevuto la vostra gentile lettera qualche tempo fa e mi dispiace rispondervi con tanto ritardo. Secondo il desiderio da voi espresso ho copiato su fogli separati tutte le mie poesie classiche che riuscivo a ricordare, e ve le accludo. Con le otto che voi stessi mi avete spedito sono in tutto dicietto. fatemi avere, per favore, i vostri pareri e le vostre critiche.

Fino ad ora io non desideravo rendere note in alcun modo queste composizioni, perché esse sono redatte nello stile antico.

Temevo che questo potesse negativamente incoraggiare una tendenza errata, ed esercitare una cattiva influenza sui giovani. Inoltre esse non raggiungono un alto livello poetico e non vi è in esse nulla di eccezionale.

Tuttavia se pensate che possano essere rese pubbliche e, nello stesso tempo, correggere gli errori di stampa contenuti in alcune versioni già in circolazione, fatene quel che volete.

E’ davvero una buona cosa una rivista come Poesia. Spero che essa crescerà e fiorirà sempre di più. Naturalmente la nostra poesia dovrà essere scritta principalmente nella forma moderna. Si possono ancora scrivere bene dei versi nella forma classica, ma non è opportuno incoraggiare i giovani a farlo, in quanto le regole esistenti restringerebbero il loro pensiero, oltre ad essere difficili da imparare. Io mi limito a sottoporre queste opinioni al vostro giudizio.

Fraterni saluti.

Mao Tse-tung

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La lettera funge da prefazione alla raccolta di 18 poesie di Mao Tse-tung pubblicate a Pechino nel 1958 e tradotte in Italiano nel 1959 per le Edizioni Avanti! che le pubblicarono con una introduzione di Franco Fortini.

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