Sulle granite (e sulla
differenza con cremolate, ghiacciate, etc.) ho già piazzato qui un
post sintetico ed esauriente
(http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2010/08/granita-cremolata-ghiacciata.html).
So peraltro che la granita “come la prepara mia matre” è uno
slogan già utilizzato da comici scadenti nello spot televisivo a pro
di una orripilante e insipida sbobba industriale. Immagino che le
algide produzioni delle loro mamme siano dello stesso (infimo)
livello.
Ma la mia mamma è
davvero speciale e la sua granita di limone è veramente la migliore
della Sicilia, cioè del mondo.
La ricetta è di
un’estrema semplicità. Le regola principale è infatti quella
dell’uno, due e tre: ad ogni litro di succo di limone
corrisponderanno due litri di zucchero semolato raffinato e tre litri
d’acqua. Ovviamente non sono sempre necessarie queste quantità da
famiglia allargata e numerosa, basta rispettare le proporzioni tra
gli ingredienti. Lo zucchero bollirà con l’acqua fino al completo
scioglimento in uno sciroppo che si farà raffreddare. A questo punto
si aggiungerà con lento e breve mescolamento il succo e si immetterà
nel liquido scorza grattugiata di limone per aromatizzare. Ora si può
versare il liquido in una teglia di alluminio larga e piuttosto
bassa, che si terrà nel congelatore. Dopo 24 ore per avere la
granita basterà grattare leggermente la superficie con un cucchiaio
e trasferire in contenitori di vetro o di plastica dotati di coperchio.
I segreti per la riuscita sono due. Il primo sono le mani della mia mamma, ma bisognerà farne a meno, visto che devono restare al loro posto, cioè attaccate alle braccia. Il secondo è la varietà dei limoni, che devono essere i “verdelli” siciliani. Hanno meno succo, e per di più duro da cavare fuori anche con gli attrezzi elettrici, ma, specie se freschi di raccolta, hanno un profumo inconfondibile ed uno speciale sapore che si ritroverà tutto intero nella granita.
I segreti per la riuscita sono due. Il primo sono le mani della mia mamma, ma bisognerà farne a meno, visto che devono restare al loro posto, cioè attaccate alle braccia. Il secondo è la varietà dei limoni, che devono essere i “verdelli” siciliani. Hanno meno succo, e per di più duro da cavare fuori anche con gli attrezzi elettrici, ma, specie se freschi di raccolta, hanno un profumo inconfondibile ed uno speciale sapore che si ritroverà tutto intero nella granita.
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