20.9.10

La poesia del lunedì. Aldo Palazzeschi (1885 - 1974)

Una casina di cristallo

Non sogno più castelli rovinati,

decrepite ville abbandonate,

dalle mura tutte crepate

dove ci passa il sole.

Non palazzi provinciali

disabitati,

dalle porte polverose,

dalle vetrate colorate,

dalle finestre ferrate,

non più.

Non più colli soleggiati,

non cime di montagne,

isole luminose,

non più.

Non solitarie vie

infinite polverose

dove sfogare tutte le mie malinconie.

Mi son venute a noia

tutte queste cose.

Non prati sconfinati

ricoperti di margherite,

circondati di stupore.

Non parchi bagnati di dolore.

Non fontane, non cancelli,

attonite folle mute

non più;

non più il croscio dei ruscelli

rapito ascoltare

all'ombre solitarie,

non le grida degli uccelli,

non più.

Sogno tutt'altre cose

che con queste non àn nulla che fare.

Non me ne dovete volere

oggi ò cambiato parere.

sogno una casina di cristallo

proprio nel mezzo della città,

folto dell'abitato.

Una casina semplice, modesta,

colina piccolina,

stanzette e la cucina.

Una casina

come un qualunque mortale

può possedere,

che di straordinario non abbia niente,

ma che sia tutta trasparente,

di cristallo.

e si veda bene dai quattro lati la via,

e di sopra bene il cielo,

c che sia tutta mia.

L'antico solitario nascosto

non nasconderà più niente

alla gente.

-

Mi vedrete mangiare,

mi potrete vedere

quando sono a dormire,

prendere i miei sogni;

mi vedrete quando sono a fare i miei bisogni,

mi vedrete quando cambio la camicia.

Se in un giorno di malumore

mi parrà di litigare colla serva,

prenderete la sua parte,

e farete benone,

non c'è niente di male,

vi accorgerete dalla mia cera

come va la mia arte.

Mi vedrete chino sulle carte

dalla mattina alla sera.

E passando mi potrete salutare,

augurare il buon giorno

e la buonanotte,

e io vi risponderò.

E se poi mi vedrete pisciare,

non vi dovete scandalizzare,

se no, peggio per voi!

Non vi dovete voltare

quando passate.

-

- All'erta dormiglione!

È alto il sole!

La mattina vi sentirò gridare.

- Pigrizia e poesia vanno a braccetto!

Vi sentirò borbottare.

E farò finta di non sentire

per restare un altro poco a cucciare

dentro il letto.

E quando non ne potrò proprio più,

mi butterò giù.

- Riso e cavolo per desinare!

- Dev'essere in bolletta!

- Mangia la minestra colla forchetta!

- Che razza d'animale!

- Beve acqua per risparmiare.

- Beve acqua perché gli piace.

- Che ci sia qualche cosa con quella cameriera?

- Mamma mia che indecenza!

- Brutta a quella maniera?

- Ma la notte cosa fanno?

- Bella, vanno a dormire.

- Quella è la stanza di lui,

quella è la stanza di lei,

accanto la cucina...

- Ti piacerebbe di stare in quella casina?

- No davvero! No davvero!

Vivere a quel modo in berlina!

- Due camere un salotto e la cucina.

- Guarda il cesso com'è bello!

- È di vetro anche il cariello!

- Ma cosa è andato a inventare!

- Guarda guarda va al cassettone...

Ah no, o che cosa anderà a fare?

- Mamma mia!

- Che si butti un po' sul letto?

- Bambine venite via!

- Sarà stanco poveretto!

- Non vedi che viso bianco?

- Qui bisogna riparare!

- Ma il comune che gli à dato il permesso

di fabbricare una casa di quel genere!

- Vi sbagliate!

- À ragione per Dio!

Me ne sto facendo una anch'io!

Quando gli uomini vivranno

tutti in case di cristallo,

faranno meno porcherie,

o almeno si vedranno!

- Sostenete delle tesi sbagliate.

- È un pazzo come lui!

- Ma come se ne sta tranquillo quel salame!

- Guarda guarda, ci saluta!

- Ah! c'à detto buona passeggiata.

- Buon lavoro, poeta!

- È una gran puttanata!

- È una bella trovata!

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