4.11.10

4 Novembre a Spoleto. Due omissioni,una piccola e una grave.

L'orribile "sacrario di Redipuglia". Vi sono sepolti circa 60 mila
morti della Grande guerra. Moltissimi non hanno neppure il nome.
I compagni di Casa rossa di Spoleto, insieme ad altre associazioni di matrice prevalentemente libertaria, hanno organizzato per oggi alle 5 del pomeriggio un 4 Novembre contro la guerra. Benissimo. Hanno corredato la mail di invito con materiali di documentazione sulla prima guerra mondiale: un delirante scritto sulla guerra di Papini, tabelle e schede relative al fuoco amico, ai morti in guerra, al patto di Londra, due testi poetici: O Gorizia tu sei maledetta (canto contro la grande guerra che proprio a Spoleto, in uno storico Festival, venne dissepolto dall’oblio) e La ballata dell’eroe (di De André, ma si sarebbe potuto ricordare Luigi Tenco, che ne fu il primo interprete). Opportunamente una schedina è dedicata ai profitti industriali in guerra e alla modificazione dei rapporti di forza nei luoghi di lavoro a pro dei padroni, ma nell’invito ogni riferimento classista scompare. Alla giusta conclusione attualizzante, con la forte rivendicazione del ritiro dall’Afghanistan e da tutte le guerre dell’Italia, corrisponde un riferimento alla prima guerra mondiale che a me, insegnante comunista in pensione, pare gravemente omissivo. Così recita:
La prima guerra mondiale fu una guerra imperialista e come tutte le guerre fu una macelleria umana.
4 novembre, non c’è nulla da festeggiare, con la guerra sono tutti i popoli a perdere e i figli del popolo a morire.
Ma quale unità nazionale, la storia è un’altra, furono le ambizioni di potenza della Monarchia e della classe politica liberale e nazionalista, scritte nello scelleratissimo Patto segreto di Londra ( che prevedeva un ricchissimo bottino a favore dell’Italia: Tirolo, Istria, Dalmazia, Valona, Adalia) firmato dal governo liberale Salandra e Sonnino a far entrare il paese in guerra, mandando a morire 650.000 soldati italiani”.

Ad Aurelio Fabiani che anima Casa rossa ho inviato questa letterina affettuosamente polemica:
Non posso venirci e mi dispiace, ma constato che in Casa rossa il marxista Aurelio è stato messo in minoranza e in quarantena e si producono testi propagandistici di impianto anarchico in cui la natura di "classe" dello stato viene ignorata. Quella guerra, in realtà, non fu voluta solo dalla monarchia, dai militari, dai politicanti e dal governo (dallo stato, insomma). E il "radiosomaggismo" di D'Annunzio e Mussolini non fu finanziato soltanto dallo stato francese, ma anche dal senatore Agnelli e dagli altri industriali che volevano fare e poi fecero effettivamente affari e profitti mostruosi sull'orrenda carneficina. Ed era una guerra che l'intera borghesia, anche quella piccola, voleva anche per mettere sotto il movimento operaio e socialista con leggi eccezionali. I proletari giustamente cantavano "Sian maledetti quei giovani studenti /che hanno studiato e la guerra han voluto/ hanno gettato l'Italia in un lutto / per cento anni ancora soffriran". E' certo una buona cosa che qualcuno protesti e dibatta a Spoleto contro la guerra e il militarismo, ma permettetemi di ricordarvi l'aureo detto di Brecht: "Compagni, attenti ai rapporti di produzione" (e di proprietà).
Con affetto classista e comunista. Salvatore Lo Leggio".

Nessun commento:

Posta un commento