Che siano gli altri (i nemici, le sinistre, ecc.) ad attirare l’attenzione sulle (presunte) attività sessuali di Berlusconi è una balzana autodifesa del cavaliere, che invece - forse studiatamente - spesso, volentieri e nei contesti più impensabili, fa riferimento ai suoi piaceri corporali di tipo erotico.
A leggere le cronache sarde de “Il Giornale” del 29 gennaio 2006 (si era in piena campagna elettorale) Silvio Berlusconi il giorno prima aveva avuto “un incontro memorabile con don Massimiliano Pusceddu, volto noto non solo nell’isola, parroco di San Lucifero di Vallermosa, che ogni domenica, alle 14.45, irrompe sugli schermi del satellite su Sardegna 1, ed è il leader carismatico dell’Associazione Apostoli di Maria (50mila aderenti dichiarati in Italia), che riunisce folle oceaniche (ad esempio oggi), per preghiere e guarigioni”.
Aggiungeva il quotidiano milanese: “La gag con il presidente del Consiglio, è di quelle che restano. Don Massimiliano, trentenne barbuto e passionale, è uno dei pochi che prendono la parola nel corso della riunione della mattina e lo fa per elogiare il Cavaliere: «Lei è l’unico che ha difeso i valori della famiglia in Italia, il mio movimento l’appoggerà in tutto e per tutto in questa campagna elettorale perché se vince la sinistra sarà la fine morale per questo Paese: matrimoni omosessuali, eutanasia, Far West bioetico. Mi permetta di darle la mia benedizione». Il parroco ha appena finito il suo discorso che Berlusconi ribatte, sfoderando uno dei suoi sorrisi: «Caro don Massimiliano, la ringrazio molto, cercherò di essere all’altezza, e le prometto sin d’ora due mesi e mezzo di astinenza sessuale assoluta, fino al 9 aprile»”. (http://www.ilgiornale.it/interni/il_prete_prego_che_vinca_lei_e_premier_fa_voto_castita/29-01-2006/articolo-id=61009-page=0-comments=1 )
Secondo Marco Travaglio (Il cavalier Bugiardoni “Micromega – La primavera”, 2 marzo 2006), due giorni dopo il Cav si era già rimangiata la promessa: “Voto di astinenza? Nemmeno per sogno. Son cose che si dicono ma che non si fanno”. La strana battuta rovescia il motto pudibondo dell’Inghilterra vittoriana, quello che recita “si fa, ma non si dice”.
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