29.11.10

Dopo Azio. Il suicidio di Cleopatra (di Chiara Melani)

Il brano che segue si trova a conclusione della biografia di Cleopatra di Chiara Melani edito da Giunti e uscisto insieme alla rivista "Storia e dossier". Racconta, esponendo le diverse ipotesi, della morte della regina egiziana e delle opposte letture della tradizione dell'aspide. Il quadro riprodotto nella copertina del volumetto,  Il suicidio di Cleopatra, è di Robert Arthur, un pittore inglese dell'Ottocento. (S.L.L.) 
Prima che il vincitore di Azio si recasse in Egitto per combattere la battaglia decisiva, Antonio e Cleopatra vissero insieme per quasi un anno, un anno confuso e infelice, durante il quale vennero fatti numerosi, inutili tentativi per assicurarsi una via di scampo e salvare la dinastia.
Dopo Azio le forze armate rimaste erano ridotte a ben poca cosa e i dinasti orientali continuavano a passare al nemico. Si riprese a racimolare ricchezze, equipaggiare milizie, incrementare alleanze. Si tentò di preparare una via di fuga e di intavolare trattative con Ottaviano. al fine poi di garantire all’Egitto e all’Oriente una guida, qualunque cosa capitasse alle loro persone, i due fecero entrare nella maggiore età Cesarione e Antyllus (il figlio che Antonio aveva avuto dalla moglie precedente a Ottavia, Fulvia), secondo le consuetudini tradizionali, greca e romana: Cesarione venne introdotto nell’organizzazione giovanile degli efebi e Antylus indossò la toga virile. In confronto a due bambini, due uomini adulti avrebbero dovuto suscitare ben più timore e rispetto.
Agli inizi del 30 le forze nemiche strinsero l’Egitto in una morsa. Il luogotenente di Ottaviano, Cornelio Gallo, giunse alla frontiera occidentale del paese passando per la Cirenaica, Ottaviano giunse a quella orientale attraverso la Siria. Antonio cercò di fermare prima l’uno e poi l’altro, senza alcun successo. Rientrato ad Alessandria, quindi, si uccise. Cleopatra gli sopravvisse di qualche giorno. Poi ne seguì l’esempio. Aveva trentanove anni.
Ottaviano trasformò l’Egitto in una provincia romana, piegando l’ultimo grande stato indipendente succeduto all’impero di Alessandro Magno. Cesarione e Antyllus furono fatti uccidere, e della dinastia dei Tolomei venne decretata la fine; alla venerazione e alla devozione del popolo egizio Ottaviano le sostituì la propria persona.
Sugli ultimi anni di vita di Cleopatra molte domande son destinate forse a rimaner per sempre senza una risposta. accarezzava davvero l’idea di giungere un giorno a soppiantare Roma sulla scena mediterranea? Tradì Antonio ad Azio, fuggendo a sua insaputa? Lo tradì di nuovo ad Alessandria, intrecciando accordi segreti con Ottaviano alle sue spalle? Le affermazioni degli antichi sono talmente ostili alla regina da sembrare falsificazioni.
E come morì Cleopatra? E’ vero che fu Ottaviano a spingerla al suicidio, presentandole la sgradevole prospettiva di sfilare per le strade di Roma in catene al suo trionfo? Ma soprattutto, fu il veleno di un unguento ad ucciderla o quello di un serpente? Un fermaglio per capelli avvelenato o un aspide nascosto in un orcio, oppure tra i fiori, oppure ancora in un cesto di fichi? Gli antichi già ne discussero a lungo e ancora oggi ne discutono gli studiosi, proponendo tesi sempre nuove. La versione del morso dell’aspide, sostenuta a Roma subito dopo la vittoria, è quella che si è affermata con maggiore successo nell’immaginario collettivo attraverso i secoli. L’aspide era il simbolo della monarchia egiziana, era l’attributo di Iside, della cui iconografia faceva parte, e nell’immaginazione degli antichi romani era l’emblema dell’infido e crudele Oriente, nonché delle passioni amorose smodate. Cleopatra si sarebbe dunque uccisa con le sue stesse armi. L’Oriente e la sua odiata tradizione monarchica, le sue divinità, i suoi vizi si sarebbe rivolto contro se stesso, annientandosi. E il demone levantino sarebbe scomparso dalla storia, lasciando fatalmente spazio al nuovo ordine di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano.

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