Luigi XVI |
Paul English, un dotto tedesco di indirizzo filologico, diede alle stampe nel 1927 una sorta di inventario della letteratura erotica di tutti i tempi e tutti i paesi che, tradotto in italiano da Marina Montanari, fu pubblicato nel 1967 da Sugar e, in edizione economica, quella a cui attingo, da Garzanti nel 1976. Al filologo non manca qua e là qualche empito moralistico, ma il suo libro è anche un repertorio di aneddoti e curiosità. Riprendo qui una paginetta su Luigi XV di Francia, che ricorda le abitudini di certi potenti dei giorni nostri, perfino nel miscuglio tra pubblico e privato nelle residenze. Alla forma Dubarry, usata dalla traduttrice per la celeberrima favorita, ho preferito quella più usuale di Du Barry. (S.L.L.)
Martine Carol nei panni di madame Du Barry |
Luigi XV abbandonò ogni pudore. Ma le sue numerose amanti, pubblicamente riconosciute, non bastavano a soddisfare i suoi desideri, per cui dietro consiglio della Pompadour e dell’abate D’Aigre, egli si fece costruire un bordello privato nel famoso Parco dei Cervi, che la Pompadour, per restare sulla cresta dell’onda, riforniva continuamente di merce fresca.
Quando l’ex prostituta Du Barry spodestò la Pompadour nel suo ruolo di sgualdrina reale, gli strali velenosi del pamphlets si volsero particolarmente contro di lei, che nonostante la sua posizione, conservava ancora i modi delle sue ex colleghe ed era pronta ad accogliere nella sua alcova qualsiasi cortigiano da strapazzo, purché fosse molto valido. Così questi versi, attribuiti al re, divennero pubblici:
Non avete visto la mia Du Barry?
Ha fatto il mio cuore a pezzi,
l’intelligenza mi è andata in fumo,
è restata la vergogna.
Belle creature di bordello,
ditemi, è venuta da voi? Ditemelo subito,
rendetemela!
So bene che essa ha dato
i suoi favori ai lacchè,
che nessun parrucchiere, nessun cocchiere
la desiderò invano,
ma questo io so con sicurezza,
nessun cocchiere la ama come me,
non avete visto la mia Du Barry?
Ma questa intensa attività sessuale non soddisfaceva ancora la natura passionale del malinconico re. Egli cercava sempre nuove emozioni per soddisfare la sua lascivia, per così dire, come voyeur spirituale, in quanto si faceva raccontare dalla polizia parigina ogni avvenimento osceno, ogni particolare piccante negli affari di Parigi.
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