23.11.10

Teologia della liberazione. Un martirologio latinoamericano degli anni 80.

Nel ritaglio di una vecchia “Talpa libri” (l’anno è certamente il settembre 1984), trovo come lettura esemplificativa della teologia della liberazione di padre Leonardo Boff alcuni passaggi da un moderno “martirologio” latinoamericano.
Nei secoli precedenti il martirologio era stato tra i libri liturgici fondamentali: ogni giorno ricordava i martiri della cui morte ricorreva l’anniversario e rianimava nei credenti la fede. Negli anni Ottanta la Chiesa latino-americana più vicina ai poveri tornava a scrivere un martirologio: studenti e sindacalisti, operai e contadini, vescovi e parroci, uccisi perché testimoniavano la fede. Ma in modo nuovo, combattendo con e per i fratelli più poveri, nelle campagne e nelle città, per una giustizia che non è solo celeste, ma terrena e sociale. Le loro storie furono raccolte in un libro e messe in ordine secondo i giorni del calendario. La traduzione italiana Il sangue dei giusti. Memoria di martirio in America latina, fu edita dalla Cittadella di Assisi e comprendeva anche lettere, pagine di diario e testimonianze poetiche. La “talpa” ne pubblicò un piccolo campione da cui ho ricavato questo minuscolo campioncino. Propongo qui un’ipotesi che un po’ confligge con il mio militante ateismo: che, oltre all’esempio morale di comunisti come Ernesto Guevara e socialisti come Salvador Allende, alla base dell’odierno risveglio sociale e politico dell’America del Sud funzioni da lievito la memoria di tanti eroici credenti in Gesù. Non posso dimenticare peraltro che Salvatore Carnevale, il martire socialista di Sciara, alle minacce mafiose dei campieri del feudo soleva rispondere che facessero pure, ma che sarebbe stato come uccidere Cristo  (S.L.L.).
Manuel Antonio Reyes
3 ottobre
MARIA MAGDALENA HENRIQUEZ
Salvador
Incaricata stampa della Commissione diritti umani del Salvador. Sequestrata a casa sua da otto uomini e trovata assassinata in una fossa del porto di La Libertad. Il corpo presenta quattro colpi d’arma da fuoco e il colpo di grazia; è stata violentata, strangolata, torturata… Maria Magdalena, membro della Chiesa battista e del Movimento studentesco cristiano (Mec), si occupava soprattutto di domande di “Habeas corpus” in favore degli scomparsi. Maria Magdalena rimane nel Salvador insieme ad altri membri della Commissione, nonostante le minacce di morte ricevute a causa dll’azione in favore dei diritti dei fratelli. Pochi giorni prima del suo sequestro l’avvisano che sarebbe stata assassinata se non avesse lasciato immediatamente il paese. Il governo afferma di “non essere implicato nel fatto”, anche se due dei sequestratori erano in divisa da poliziotti. Maria Magdalena aveva 32 anni, un figlio di 10, un padre di 87 e soprattutto una vita totalmente consacrata al servizio del suo popolo salvadoregno. (m.1980)
 
7 ottobre
MANUEL ANTONIO REYES
Salvatore
Sacerdote salvadoregno, parroco di santa Marta nella “Colonia 10 settembre”. La sua casa viene perquisita e lui sequestrato da individui che si identificano come “rappresentanti dell’autorità”. Lo portano via per “interrogarlo”. Il giorno seguente il Ministero della Difesa promette di fare un’inchiesta presso la polizia sulla scomparsa del sacerdote. Ma nello stesso giorno viene ritrovato per strada il suo corpo senza vita. Manuel aveva 35 anni, era nato in San Rafael Oriente e il suo legame con le comunità cristiane del quartiere operaio era stato considerato un motivo sufficiente per decretarne la morte. (m.1980)    

7 ottobre
JOSE’ OSMAN RODRIGUEZ
Honduras
Contadino di 26 anni, celebrante della Parola in Santa Rosa di Copàn, Honduras. Assassinato in presenza della moglie. José Osmàn ha una fede profonda e la sua chiara visione della realtà lo fa lottare instancabilmente per i fratelli emarginati. Eletto coordinatore dei celebranti in tutta la zona di santa Barbara, partecipa ai Cursillos, visita le comunità cristiane, portatore del messaggio liberante del vangelo, che risveglia le coscienze dei contadini e ne promuove il livello di vita. José Osman dà fastidio ai proprietari terrieri che varie volte lo minacciano di morte e poi si servono di un contadino per ucciderlo. Una sera , quando ritorna da una riunione di contadini e alla vigilia di altri viaggi, gli sparano, davanti a casa sua: cade ferito di fronte alla moglie con cui era sposato da poco tempo. José Osmàn è un eroe per i suoi fratelli contadini e martire cristiano. (m.1878)   
Nestor Paz Zamora
8 ottobre
NESTOR PAZ ZAMORA
Bolivia
Figlio di un generale boliviano, Néstor entra in seminario per fare studi di teologia. Poi si lega alle comunità di P. de Foucauld ed è studente di medicina al momento in cui entra a far parte della guerriglia di Teoponte, dove muore di fame. Tutta la sua esperienza di cristiano militante e impegnato è affidata alle pagine del diario, dedicato alla moglie Cecy, in cui traspare il senso trascendente e coraggioso della lotta per la “terra nuova”, dove la legge fondamentale sia l’amore. Il 12 agosto scrive: “Sono un fermento che opera passo dopo passo. Questa per lo meno è la mia sensazione. Mi sento pieno di una gran pace e di una grande tranquillità. Vitalmente, sto passando dall’idea ‘morte’ come diminuzione, alla realtà ‘morte’ come pienezza, passaggio a una nuova dimensione. Certo non la cerco, ma se arriverà l’aspetterò con la tranquillità e serenità che il momento merita; chiederò che si dia notizia che sono passato al Padre, che il ‘Vieni signore’ si è fatto realtà in me”. (m.1970)

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