Dalle informative dei diplomatici Usa rese note in questi giorni dai pirati emerge una verità che forse si poteva sospettare, ma che resta tuttavia paradossale. L’immagine della politica mediorientale che viene fuori dalle "rivelazioni" di Wikileaks mostra un'Amministrazione statunitense e un governo di Israele prudenti e perfino riluttanti, mentre il rais egiziano Mubarak, la monarchia saudita, gli emiri, gli sceicchi e il re del Bahrain sollecitano, pungolano, insistono, lanciano gridi di dolore affinché siano bombardate le istallazioni energetiche nucleari in Iran o, addirittura, si distrugga il regime iraniano con una guerra. Forse non è difficile leggere dietro a questo atteggiamento il terrore di governi e potentati estremamente corrotti nei confronti di una collera popolare, di una ribellione che potrebbe assumere connotazioni islamiche.
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