Il notaio di Hector Zablach |
Sapevo, come molti, del “comparaggio” diffuso tra i medici di famiglia; ed ho avuto netta, di recente, l’impressione che quelle pratiche continuano. Ho udito quest’estate un medico (come almeno tale si qualificava) che senza tema diceva al telefonino: “A Vienna deve venire anche mia moglie … Non importa se è pediatra, è medico e deve venire anche lei”. Ho pensato male, ma forse ci ho azzeccato: quel tipo probabilmente parlava con l’agente di una qualche società farmaceutica e stava chiedendo la contropartita di un qualche favore. La prescrizione di scambio.
Un “focus” di Flavia Amabile su “La Stampa” del 2 ottobre 2010, giorno successivo alla scoperta dell’ennesima truffa sui farmaci in cui sono coinvolti dei medici, ha confermato la mia impressione. Si intitolava Sesso, soldi e congressi. Il sacco della Sanità; si proponeva di spiegare “come le multinazionali del farmaco impongano i medicinali sul mercato”. Vi si leggeva, tra l’altro: “Nessuno sa a quanto ammonti il giro d’affari della corruzione nel mondo dei farmaci e più in generale della sanità. Si dice cento milioni di euro contando l’intero circo di traffici di politici, imprenditori, burocrati e medici”. E si riportava la testimonianza del presidente della Corte dei Conti, Lazzaro, «Siamo tra i peggiori Paesi al mondo per corruzione» e la sua precisazione che «alcuni settori sono particolarmente a rischio truffa e sperpero, in particolare il settore della spesa farmaceutica-sanitaria». Tra le irregolarità citate da Lazzaro non mancava l’eccesso di prescrizione di farmaci. La Amabile cita poi alcuni casi, sventati, di sperpero, tra cui “la farmatruffa esplosa nel 2003 con viaggi, regali, cene, consulenze per un totale di cento milioni di euro per comprare circa tremila medici che avevano prescritto prodotti farmaceutici in cambio di denaro”. Sulla stessa pagina del quotidiano torinese si legge una breve dichiarazione del ministro Fazio: “Contro gli abusi in medicina stiamo cambiando il sistema sanzionatorio dell’Ordine dei medici per renderlo più agile e in grado di dare risposte tempestive. Ogni sperimentazione deve essere resa evidente e comunicato agli ordini professionali”. Insomma la verifica dei comportamenti dei medici è affidato alla corporazione dei medici: controllori e controllati.
Mettiamo questa notizia vicina a un paio di altre.
Prima. Al concorso per notai organizzato dall’Ordine professionale si scopre un gigantesco imbroglio: una parte dei concorrenti conosce in anticipo e con precisione i temi dell’esame scritto. Qualcuno dice “aboliamo l’Ordine”; il governo risponde “l’Ordine colpirà gli abusi”.
Seconda. Berlusconi ha fatto sapere che tra i primi provvedimenti del prossimo anno ci sarà la cosiddetta “riforma” dell’Ordine degli Avvocati, cioè l’abrogazione delle norme proposte da Bersani che permettevano qualche forma di liberalizzazione nella professione. Il governo, per esempio, vuole tornare alle tariffe minime e riportarle in capo all’Ordine che solo può determinare il giusto salasso per il cliente.
Insomma, possiamo stare tutti tranquilli: l’Ordine regna in Italia.
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