E’ possibile che Salvatore Collari fosse un medico, specializzato in igiene o in medicina sociale, magari quel nuorese laureatosi nell’Università di Cagliari il 2/07/1924 con una tesi sull’inversione uterina puerperale. Ne trovo più di un indizio sulla rete. Ha questo nome, per esempio, il curatore, nel 1943, di un libro sugli effetti demografici e sanitari delle bonifiche nell’Agro Pontino. Di un altro volume di cui il detto è probabile autore, Falene, si trova traccia nei siti di compravendita dell’usato. Dovrebbe aver avuto due edizioni, una nel 1938 (Ceschina) e una del 1950 (Igea). Dalla copertina visibile in rete si desume che non si tratta di un testo di entomologia, ma di un’opera letteraria: una raccolta di saggi, o di racconti-saggi, dedicata al rapporto arte-malattia. Ne ha riportato un frammento nel suo sito Mila Audaci http://milaaudaci.splinder.com/post/24195657/le-falene ). Si parla degli effetti del bacillo di Koch, nelle sue diverse fasi. Ha tutta l’aria di voler mettere insieme competenze mediche e risorse stilistiche, con risultati non disprezzabili. E’ per questo che lo ripropongo (S.L.L.)
Nel periodo “iniziale” dell’infezione tubercolare – che principia dall’ingresso del bacillo nell’organismo o meglio dall’inizio della sua attività patologica, e che è caratterizzato dalla secrezione e immissione in circolo delle tossine, - si determina una vera eccitazione delle diverse facoltà: intellettive, affettive e volitive. Il malato è irascibile, irritabile per ogni nonnulla, ansioso, sospettoso, in uno stato di inspiegabile sovreccitazione e colle antenne della sensibilità pronte a vibrare alle più piccole segnalazioni dell’ambiente che lo circonda.
Il bacillo di Koch |
Nella fase di “rivelazione”, dopo un primo periodo di disorientamento che segue inevitabilmente alla conoscenza del male, il malato ha una pausa più o meno lunga, di equilibrio, di calma, di ragionamento. Ed è proprio in questo periodo che si ha un assestamento mentale; così individui che prima della malattia erano ottimisti lo ridiventano, mentre in altri, al contrario, si accentua la nota pessimistica che persisterà, più o meno continua e crescente, fino al termine della vita.
Durante il periodo di “stato”, poi, i sentimenti generalmente preponderanti sono due: una affettività morbosa che genera amicizie violente, passioni amorose tenaci (Catullo per Lesbia, Chopin e De Musset per Gorge Sand, Keats per Fanny Borwne, Elisabetta Barrett per Roberto Browning), o una religiosità estrema (San Francesco d’Assisi, San Luigi Gonzaga, Santa Teresa di Lysieux), e d’altra parte un egoismo talvolta aspro (Leopardi).
L’euforia è caratteristica del periodo terminale, della fase preagonica.
da Salvatore Collari, Falene, Casa Editrice Ceschina - Milano,1938
Era esattamente "quel" Salvatore Collari di Nuoro, era un medico e si occupò soprattutto di lotta contro la tubercolosi polmonare. Sul finire degli anni 30 si trasferì a Roma dove lavorò presso l'Ufficio d'Igiene. A Roma visse fino alla fine.
RispondiEliminaEra il marito di mia zia.
Salvatore Collari, nato Nuoro nel 1901, studiò Medicina a Bologna ed ivi si laureó, a ventitrè anni, con il massimo dei voti e la lode. Tornato in Sardegna vi lavorò per alcuni anni reggendo le condotte di Tortolì ed altri paesi della zona ed impiantandovi una colonia elioterapica. Sposatosi si trasferì ben presto a Roma, si specializzò in Tisiologia; in Igiene; in Radiologia; libero docente nell'Università di Roma vi tenne per anni svariati corsi; fu Direttore del Dispensario Antitubercolare Centrale della Provincia di Roma e Direttore dell'Ufficio d'Igiene e Profilassi del Comune di Roma; fu consulente dell'Ente Nazionale di Previdenza Sociale e del Ministero della Sanità. Pioniere della radiologia in Italia e nel mondo, la applicò con originalità, innovando criteri, profilassi e modalità d'intervento ed interpretazione, soprattutto nella lotta e prevenzione della Tubercolosi. Per la sua opera ricevette varie onorificenze, ma soprattutto fu insignito una prima volta della Medaglia d'oro al merito sanitario della Presidenza della Repubblica e successivamente della Medaglia d'oro al merito scientifico "Carlo Forlanini". È sepolto nella tomba di famiglia a Nuoro, che gli ha dedicato una via, come qualche altro centro sardo. Tra le sue oltre quaranta pubblicazioni, il libro "Falene" occupa un posto particolare, unendo alle considerazioni scientifiche sulla TBC, acute ed originali annotazioni sugli effetti che tale malattia ebbe su tanti grandi geni e protagonisti della storia, della religione, della letteratura, dell'arte, tutto ciò descritto con prosa scorrevole ed avvincente. Era il fratello di mio padre. Complimenti per le felici e lusinghiere impressioni che ha tratto dal pur veloce esame del libro che ha avuto la ventura di recuperare.
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