17.3.11

La pignolata della mia mamma.

Questa non è la ricetta della pignolata scritta dalla mia mamma. Sul suo quaderno non c’è. E’ a me che l’ha raccontata a voce e sono io che l’ho trascritta, con il mio stile, ma non senza un suo telefonico controllo dell’esattezza delle dosi e dei procedimenti. Dovrebbe venire bene. Chi ha provato i tatamè  (vedi http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2011/02/tatame-o-totome-unna-ricetta-di-liliana.html ) non se n’è pentito. (S.L.L.)
Pignolata della mia mamma
Mezzo chilo di farina 00 (maiorca), 50 grammi di strutto (sugna), un uovo, mezzo bicchiere di vino bianco (buono), un cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale.
Per il caramello 250 grammi di zucchero.

Mettere insieme tutti gli ingredienti e impastare a lungo, con pazienza, fino a ottenere una pasta consistente e dura. L’operazione può dirsi conclusa quando vi si aprono come delle piccole bolle. A questo punto lasciare riposare in frigo, circa venti minuti.
Dividere ora a fette l’impasto, ricavando poi da ogni fetta una sorta di serpentello del diametro di un centimetro. Tagliare i serpentelli facendone piccoli cilindri di un cm di diametro e uno d’altezza. Mettere intanto al fuoco in una grande padella olio di semi di arachide e, quando sarà caldo (ma non troppo), buttarvi dentro i cilindretti di pasta di modo che siano coperti. Fate friggere pochissimo tempo, tre minuti o quattro al massimo, devono dorarsi senza abbrustolirsi; poi depositateli in un grande piatto con sotto carta assorbente, onde siano liberati dei residui d’olio e restino croccanti.
Quando i cilindretti si saranno raffreddati, in un padellone bombato, di questi alla cinese che vanno tanto oggi, mettete 250 grammi di zucchero. Scaldate a fuoco medio e non mescolate fino a quando non s’è ben sciolto. Solo ora si può intervenire col cucchiaio di legno per eliminare eventuali grumi.
Ora, finalmente, si possono versare i “pinoli” nello zucchero liquefatto. Intanto su una base di marmo si sarà steso un foglio di cartaforno unto d’olio, e un altro foglio, anch’esso unto, si terrà pronto lì vicino. Dal padellone, aiutandosi col cucchiaio di legno, si verserà il composto sulla cartaforno e vi si sovrapporrà l’altra carta forno oleata, in modo che lo zucchero liquefatto non si appiccichi.
Porre dopo un po’ la pignolata, ancora tiepida, in un bel piatto da portata. Volendo la si può tagliare  a pezzi come un torrone.
E’ permesso leccarsi i baffi, a chi ce li ha.

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