12.3.11

Ratzinger, il protettore

Nessuna libertà di scelta nella maternità.
Solo il Papa e i suoi preti sanno
qual è il "vero bene della donna"

Poco meno di un anno fa commentavo su questo blog il ritorno in Italia dell’aborto clandestino (vedi http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2010/03/mammane-e-cucchiai-doro-il-ritorno.html ). E’ il frutto bacato della politica antiimmigrati della Lega che spinge molte donne (e molti uomini) alla clandestinità e della infinità di pressioni, difficoltà, ricatti vessazioni cui i potenti dell’integralismo cattolico organizzato sottopongono medici e operatori sanitari per spingerli all’obiezione di coscienza. Ma ai difensori della vita dell’embrione importa assai poco della vita delle donne.
Su questa linea si muove anche il “pastore tedesco” che di interruzione di gravidanza ha parlato a fine febbraio, in occasione dell’udienza concessa alla Pontificia Accademia della Vita. Per il Papa
è “un inganno l'aborto terapeutico''. I medici dovrebbero smascherarlo: “Non possono venire meno al grave compito di difendere all'inganno la coscienza di molte donne che pensano di trovare nell'aborto la soluzione a difficoltà familiari, economiche, sociali, o a problemi di salute del loro bambino”. E invece “la donna viene spesso convinta, a volte dagli stessi medici, che l'aborto rappresenta non solo una scelta moralmente lecita, ma persino un doveroso atto 'terapeutico' per evitare sofferenze al bambino e alla sua famiglia”. Non sono da meno i partner maschi che “con la coscienza talvolta offuscata, spesso lasciano sole le donne incinte”. E invece le donne non andrebbero lasciate sole: “E' necessario che la società tutta si ponga a difesa del diritto alla vita del concepito e del vero bene della donna”. In tutto il discorso circola l’idea che le donne non siano appunto in grado di fare da sole una scelta libera, che esse siano comunque delle “minori”, in balia del medico cattivo, del marito o del fidanzato strafottente o di chiunque altro e che anche “il vero bene” che esse non sono in grado di distinguere gli venga “inculcato” dall’esterno, da tutta quella società che, con il prete in testa, deve difendere con le unghia e i denti il diritto alla vita e tagliare le ali alla libera scelta.  

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