9.5.11

Fortuna che ci sono le biciclette. Una lettera di Massimo Mila a Cesare Pavese

Un articolo di Mario Baudino, su “La Stampa” del 15 dicembre 2010, dà conto di una plaquette fuori commercio diffusa sotto Natale da Einaudi che contiene le Lettere editoriali del musicologo Massimo Mila, condirettore della casa editrice dal 43 al 46 e consulente stipendiato dal 50 in poi. Mila rappresentava con Pavese, Bobbio, Foa e altri l’antifascismo torinese, colto ed europeo, che si raccolse intorno al grande Giulio e ai suoi progetti di rinnovamento culturale. Non condivise le aperture di quel mondo al marxismo e al socialismo, ma, pur in minoranza, rimase einaudiano ad oltranza.
Il libro in questione non l’ho trovato, ma tra i testi esemplari che corredano l’articolo di Baudino, c’è una gustosa lettera del luglio 1943 a Cesare Pavese (Mila lo chiamava zio), che in quei giorni era a Roma. Ne “posto” qui una parte, emblematica del tempo in cui una ironica e giovanile voglia di vivere risultava antidoto efficacissimo contro le angosce della guerra, contro i suoi pericoli e le sue distruzioni. (S.L.L.)
Massimo Mila

A Cesare Pavese, Roma
Torino, 17 luglio 1943
Caro Zio,
Questi aviatori inglesi dell'ultima incursione dovevano essere dell'Esercito della Salvezza o della Christian Science o che so io. Fatto sta che hanno dimostrato le più feroci intenzioni contro i, diciamo così, luoghi di piacere. Il 43 è stato conciato per le feste e il 42 è salvo per miracolo. Purtroppo non ho potuto raccogliere particolari sullo sgombero e l'evacuazione delle inquiline, benché mi sia recato appena ho potuto in devoto pellegrinaggio sui luoghi. Anche il 15 e dintorni l'hanno scampata bella. E' continuata la strage dei cinematografi, con particolare riguardo ai cine-varietà. Di questi ora non ce n'è neanche più uno. Fortuna che ci sono le biciclette, il Po e la piscina, se no non si saprebbe più dove vedere un paio di gambe.
E tu come vai? Te ne danno poi da mangiare? Ho avuto le bozze di Lavorare stanca, le ho guardate ben bene, e non saprei consigliare l'ombra d'una modificazione. Nutro solo qualche dubbio sull'opportunità dei due poscritti critici. Non che non mi piacciano, in se'; ma e' il fatto di comunicare al pubblico i risultati dei propri esami di coscienza stilistici, che mi lascia incerto…
Ciau; spero che tu ti faccia vedere da noi qualche volta. Sta bene e ricevi i più cordiali saluti dal tuo aff.
Massimo

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