30.5.11

Il girasole a Salina.

Ripropongo con una collocazione autonoma questo breve ricordo già presente nel blog  come postilla a una dura lettera di Franco Fortini a Eugenio Montale (http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2009/12/non-sono-comunista-una-straordinaria.html).
Salina vista da Lipari
In una estate recente (forse il 2003), a Salina, mi accadde di essere trascinato dai miei ospiti a una cena di villeggianti. I padroni di casa erano di una borghesia milanese economicamente solida, tra i primi ad aver comprato lì le case con 2 lire per poi lucrare su fitti e rivendite; gente - mi dissero - ben nata e ben vissuta, con cognomi di peso. Io, che in genere ho buonissima memoria, non li ricordo. Sarà per il fatto che non mi piacquero granché e, con poche eccezioni, non mi piacquero gli altri commensali, in prevalenza della stessa genìa.
Borghesia. Ricchezza non ostentata, letture buone ed ampie, conoscenze variegate, con punte di stronzaggine e melensaggine qua e là (in genere di quelle innocue, da film comico, i "capresi" di Totò a colori). Infine, grattata la vernice, tanta grettezza.
Ciò nonostante, conviviale come sono, aiutato dagli alcolici, ascoltai e parlai e, alla fine, cantai e recitai. Mi scappò nella notte il girasole impazzito di Montale, una delle poesie che più amavo. Alcuni riconobbero la poesia e l'autore, ma anche gli altri, i più superficiali ed elegantoni, prima un po' turbati dal testo, a sentirne il nome si sentirono rassicurati e a proprio agio, come se il poeta fosse "cosa loro": "Ah, il Montale". Da allora la "luce" di quella memorabile lirica mi appare più debole e fioca. (S.L.L.)

Appendice
Portami il girasole
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
Eugenio Montale

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