17.5.11

Oltre. La Torre di Babele e la pagoda di Aladino (di Gilbert Keith Chesterton)


Dicono che Aladino ordinò ai suoi giganti di costruirgli una specie di pagoda che si protendesse in alto, sempre più in alto, oltre le stelle. L’altissima per l’altissimo, come diceva la gente quando costruì la Torre di Babele. Ma quelli che costruirono la Torre di Babele erano assai modesti e mansueti, come topi, rispetto al vecchio Aladino. Volevano solo una torre che raggiungesse il cielo, una cosa da niente. Egli voleva invece una torre che “oltrepassasse” il cielo, che andasse più su senza fermarsi mai. Allora Allah lo atterrò come un fulmine che si sprofondò nella terra aprendovi un buco interminabile sì da fare un pozzo che era senza fondo come la torre che doveva essere senza cima. E giù, per questa capovolta d’oscurità l’anima dell’orgoglioso sultano continuerà a cadere senza fermarsi mai.


Gilbert Keith Chesterton , The man who knew too much, 1922, in Borges, Ocampo, Bioy Casares, Antologia della letteratura fantastica, Editori Riuniti, 1981.

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