25.5.11

Umbria. La cementificazione semplificata (da "micropolis on line")

L’avvocato Urbano Barelli, presidente di Italia Nostra di Perugia, sul “Corriere dell’Umbria” di domenica 22, con garbo interviene sul disegno di legge regionale intitolato alla “semplificazione amministrativa e normativa dell’ordinamento regionale e degli enti locali territoriali”, l’obiettivo del quale è il taglio di leggi e regolamenti inutili. 
Barelli si dice d’accordo con lo spirito del progetto, ma ne svela qualche magagna. Per esempio spiega che il testo è composto di 116 articoli, ma che 73 non sono di abrogazione secca ma di modifica di altre leggi; e ben 56 sono dedicati non a semplificare la legislazione, ma a facilitare l’attività edilizia attraverso la “segnalazione certificata di inizio attività” e il permesso di costruire con il silenzio-assenso.
Insomma (sono io a dirlo e non Barelli) si segue il metodo Berlusconi: dentro un involucro allettante si nascondono polpette avvelenate, che poi sono la sostanza della complicata legge di semplificazione. E si segue anche la linea Berlusconi: allentare i controlli per dare alle imprese l’agio di fare i propri comodi in materia di sicurezza e di ambiente.
Qual è la sostanza che la semplificazione nasconde è presto detto: purché ci sia un professionista che garantisca documentazione e conformità alle leggi per costruire non ci sarà bisogno di alcuna autorizzazione. E questo anche in aree sottoposte a vincoli ambientali. Anche in materia di rischio idrogeologico, se entro sessanta giorni mancherà il parere della pubblica amministrazione, ci si potrà rivolgere a un professionista privatamente. Quanto ai pubblici controlli si prescrive il controllo a campione del 10% dei progetti; ma l’ipotesi che siano controlli all’acqua di rose è assai fondata, date le strutture scassate e le finanze disastrate degli Enti locali.
Il progetto sembra incontrare il favore dei costruttori, ma i professionisti che in base al disegno di legge dovrebbero asseverare i documenti e attestare la regolarità dei progetti, attraverso i loro Ordini, congiuntamente riuniti al Pavone di Perugia il 9 maggio, hanno fatto sapere che non ci stanno. Dicono che in materia urbanistica, edilizia, di rischio, di protezione ambientale c’è una normativa così complicata e contraddittoria che poi sarebbe facile agli Enti pubblici scaricare sui professionisti la responsabilità di possibili guasti o disastri (frane, lesioni eccetera).
L’esigenza di una vera semplificazione che i professionisti sembrano esprimere mi pare ampiamente condivisibile. L’intenzione (indicibile) del governo regionale di rilanciare l’edilizia allentando i controlli e facilitando la cementificazione mi pare invece una stranezza, specie se penso al fatto che tra gli assessori che si occupano di materie edilizie c’è Stefano Vinti, che da segretario regionale di Rifondazione denunciò lo strapotere dei costruttori, oltre a quello dei cavatori e dei cementieri, uniti nel sodalizio delle 3C. 

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