Socialisti degli anni Sessanta. Saragat (di profilo), Nenni e De Martino |
ROMA – Si compie domenica prossima con la riunione della Costituente socialista, un processo politico che ebbe inizio molti anni fa e che ha trovato finalmente il suo logico sbocco. E’ di moda oggi ricostruire una cronologia ufficiale che valga a segnare le tappe della rinnovata unità; essa prende le mosse dal rapporto Khrushev contro Stalin, dall’incontro di Pralognan tra Nenni e Saragat, dalla rivolta ungherese e dalle reazioni che essa suscitò nell’anima democratica del Partito Socialista Italiano.
E’ una cronologia esatta, ma si comprenderebbe poco del processo d’unità socialista e delle necessità politiche che lo hanno evocato, se non si tenesse presente una cronologia più lontana ma non meno significativa, le cui date coincidono con la nascita del Partito d’Azione e con il tentativo, purtroppo non riuscito, di dar vita fin d’allora a un grande schieramento democratico di sinistra che si ponesse come polo d’attrazione tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista. In seguito, scomparso il Partito d’Azione e ridottasi la lotta politica a uno schieramento frontale fra due blocchi contrapposti, quel disegno fu ripreso e dette vita a una lunga battaglia condotta da alcune minoranze, della cui chiarezza di idee e nobiltà morale le pagine del “Mondo” rimangono una testimonianza da non dimenticare.
Ora quel processo è arrivato alla sua conclusione: due partiti si incontrano e si ritrovano su una piattaforma comune, pur tra cento sfumature che possono essere altrettanti motivi di forza se tenute insieme da una decisa volontà politica e da una chiara visione dei problemi da risolvere. Due partiti si incontrano, ma accanto ad essi e insieme ad essi gruppi d’intellettuali, di tecnici, di “quadri” sentono fortemente il richiamo che proviene da quell’incontro e le responsabilità individuali e collettive che ne derivano. L’hanno detto molto bene nei giorni scorsi gli uomini di cultura riunitisi a Rama al Teatro Eliseo, intorno a Calogero, a Valiani, a Garosci, a Zevi, quelli riunitisi contemporaneamente a Milano al Club Turati, e in cento altri luoghi noti e meno noti della provincia italiana…
I protagonisti di questi incontri e così pure i dirigenti nazionali e periferici dei due partiti che si uniscono debbono avere ben chiara dinanzi a sé la natura del problema che si apprestano ad affrontare e la posizione strategica che sono chiamati a presidiare. Non si tratta per il nuovo partito socialista di un salto di quantità, ma soprattutto di un salto di qualità.
Fu la Bolognina dei socialisti. Il loro passaggio del rubicone della scissione saragattiana ed il riconoscimento delle ragioni dei socialdemocratici. Non resse più di quattro anni perchè geneticamente il PSI del 66 era profondamente diverso dal PSDI. L'incontro di Prolognan ci deve ricordare che tutte le conversioni verso destra e verso l'atlantismo sono destinate a fallire anche se impediscono il successo della sinistra
RispondiEliminaPietro ancona