2.6.11

Nel cortile di nessuno (di Loris Campetti)

Sul "manifesto" del 31 maggio, Loris Campetti commenta la nova massiccia opposizione della Val di Susa alla Tav, con assennate generalizzazioni. (S.L.L.)
L’imbroglio della modernità
Avete mai provato ad andare in treno da Roma a Pescara? O di passare dall’Adriatico al Tirreno, in qualsiasi punto dello stivale? Sono esperienze mistiche. Mentre si velocizzano poche tratte rendendole accessibili solo ai ricchi (vedi Salerno-Milano), si cancellano e si rallentano tutte le altre tratte. Si brucia danaro pubblico con grandi opere e alta velocità e si rende inevitabile l’uso dell’auto privata per la maggior parte degli spostamenti.
Finire di sventrare una valle stretta già provata da strada statale, autostrada e ferrovia internazionale (sottoutilizzata) per non perdere soldi europei e arrivare un’ora prima a Parigi è demenziale, in assenza di un piano generale che ripensi l’intero sistema dei trasporti di persone e merci.
Viviamo in un paese immerso nell’acqua e invece di ragionare su come trasportare le merci via mare senza sbudellare il territorio e trapanare le montagne, si chiude la Fincantieri che costruisce navi e si straparla di ponte sullo Stretto. Senza un progetto generale della mobilità, gli abitanti della Valle di Susa hanno ragione non una, ma mille volte a mettersi di traverso, e non dovremmo lasciali soli. L’ideologia Tav si somma a una pratica ultrasecolare italiana che ha visto i governi sottomettersi ai desiderata della Fiat e alla dittatura del trasporto su gomma, con quel che ha comportato in termini ambientali, sociali ed economici. Infine, c’è un modo solo per evitare la deriva delle «piccole patrie» e la sindrome del Nimby: progettare gli interventi sul territorio insieme a chi lo abita, l’opposto di come hanno operato governi e Enti locali di ogni colore, multinazionali, coop rosse e bianche. Ci sono opere, poi, che non servono, non solo «nel mio cortile» ma «nel cortile di nessuno»: dal Nimby (Not In My Back Yard) al Niaby (Not In Anyone’s Back Yard).

Nessun commento:

Posta un commento