3.7.11

Arte, mercato e spazzatura (di Umberto Eco)

Ritratto di Umberto Eco da giovane
Quello che segue è un breve brano della conversazione di Umberto Eco con Alessandro Barbano, pubblicata nel volume Dove andremo a finire, Einaudi, 2011. 
Ciò che è cambiato rispetto al passato è la dimensione del mercato dei lettori e dei potenziali lettori. Che si sono moltiplicati. Ma c’è una dicotomia tra arte nobile e arte spazzatura che attraversa tutta la storia della letteratura. Molta spazzatura è diventata poesia attraverso quel processo di redenzione del Kitsch di cui abbiamo parlato. Prendiamo l’Ottocento francese, Eugéne Sue e Alexandre Dumas. I misteri di Parigi ebbero un successo politico e letterario di massa ma erano effettivamente spazzatura. Dumas invece con I tre moschettieri ha fatto un capolavoro. Tutt’e due le opere erano nel cosiddetto mercato del consumo. Una è morta, l’altra brilla duecento anni dopo. certo oggi la selezione è più difficile. C’è più spazzatura in giro semplicemente perché siamo saliti da uno a sei miliardi… E’ la quantità l’imprevisto del secolo che viviamo. Aumenta la spazzatura di scatolette, perché non dovrebbe aumentare quella del consumo culturale?

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