26.7.11

Tav Torino-Lione: una storia già vista (da "geograficamente")

Ancora ieri ed oggi, quasi a reti unificate, le Tv continuano a far passare per azione di rivoltosi estremisti, quasi terroristi, la resistenza della popolazione valsusina e dei movimenti ambientalisti alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Ho trovato oggi, nel sito “geograficamente”, espressione di una associazione di studiosi, studenti e appassionati di Geografia, nata all’Università di Padova, un intervento del suo presidente, Sebastiano Malamocco, con argomentazioni ragionevoli espresse con moderazione e qui lo “posto” come invito alla riflessione e al dubbio per tutti. La battaglia contro la Tav è la battaglia dei saggi; pazzi furiosi, estremisti e terroristi sono quelli che difendono quest’opera insensata, oggi assai più di ieri, schierando la polizia in assetto di guerra. (S.L.L.)
Quando le priorità dei bisogni di mobilità cambiano nel tempo ma si prosegue nel progetto perché è un grande affare (o forse solo perché manca il coraggio delle idee innovative)
di Sebastiano Malamocco

Opporsi ai treni, al trasporto su rotaia, di persone e merci, non è una buona cosa. Ma anche noi, da questo blog, che, pur prendendo posizione su alcuni temi che riteniamo “geografici”, territoriali, cerchiamo allo stesso tempo di sentire il pro e il contro, di trovare un equilibrio e riconoscere le ragioni che magari non condividiamo, ebbene nel caso del Treno ad Alta Velocità “Torino-Lione” ci risulta difficile l’esercizio dell’obiettività. Non riusciamo a capire perché non si arriva ad un forte potenziamento della linea ferroviaria già esistente.
Se all’origine (il 1990) la linea ad alta velocità in questione nasceva per collegare i passeggeri del nord Italia alla Francia, e viceversa, in tempi rapidi ora già si individua un altro obiettivo, visto che la necessità del trasporto passeggeri è di fatto superata dalla linea Milano-Parigi di sette ore di percorrenza: ora si dice che l’Alta Velocità ferroviaria servirà per le merci, per farle circolare in modo rapido.
Che si pensi alla rotaia per la circolazione delle merci è positivo, ma francamente è difficile capire la massa di investimenti (15 o 20 miliardi di euro, si parla, di cui solo al massimo un 30% finanziato dalla Ue… ma anche i soldi della Ue non vengono dai marziani…), che si parli di così tanti soldi e del “sacrificio”, dello scempio, della Val di Susa, per aumentare la velocità delle merci (quali merci?) tra nord Italia e sud della Francia ci appare cosa da far pensare….
Insomma, comunque la si prenda, vien da chiedere: ma l’opera serve o no? … Vent’anni di lavori e disastri, megagallerie, sconvolgimenti di paesi… non può essere ipotizzabile qualcosa di meno costoso, più efficace ed efficiente, ed ambientalmente compatibile (come la proposta di rinforzare la linea ferroviaria già esistente)? …E dirottando così parte degli investimenti necessari su altre infrastrutture magari diffuse, regionali, nei territori italici, che così tanto bisogno hanno di mobilità pubblica (certamente su rotaia, ma non treni a ipersonica velocità, pur veloci ed efficienti)?

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