14.9.11

Nazisti a Baires (di Angelo Del Boca e Mario Giovana)

Se al neonazismo in America Latina il terreno non manca la ragione è che è stato preparato con ogni cura. Già negli anni ’30 le “Case di cultura fascista”, gli Istituti iberico-americani nazisti e soprattutto l’Anpa (l’Ufficio di politica estera diretto da Rosenberg) hanno svolto un’intensa campagna per esportare le ideologie totalitarie e razziste nei paesi dell’America Latina, in particolare in quelli dove le comunità italiane e tedesche erano cospicuamente e saldamente radicate. Le comunità tedesche, dal canto loro, erano controllate anche dall’Ao (“Ausland Organisation”), diretta da Hess. Il risultato di questa più che decennale propaganda fu, da un lato, la costituzione di una efficiente quinta colonna che si rivelò particolarmente utile alle potenze dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale; dall’altro l’affermarsi, nel continente dei pronunciamientos, dei cuortelazos e del caudillismo di movimenti o di regimi parafascisti. Il terreno era giudicato a Berlino tanto favorevole che la quasi totalità dei nazisti che riuscirono a sfuggire alla cattura dopo la resa della Wermacht furono avviati, secondo il Piano Odessa, verso l’America latina. L’Argentina ne accolse forse il numero più grande, offrendo un sicuro rifugio a criminali come Adolf Eichmann, esecutore della “soluzione finale” del problema ebraico, il diplomatico Karl Kligenfuss, l’ex ministro degli esteri della slovacchia Ferdinand Durcanssky, responsabile della morte di cinquantamila ebrei cecoslovacchi, il diplomatico Franz Rademacher, la cui fuga in Argentina fu definita dal giornale nazista di Buenos Aires “German Honor”, come una “straordinaria impresa di salvataggio dalle grinfie degli sciacalli ebrei”, il generale dell’aviazione nazista Adolf Galland, il capo degli ustascia Ante Pavelic e migliaia di altri fascisti italiani, rumeni, slovacchi, croati, ungheresi. Questi fuggiaschi furono facilmente occultati e assimilati da quelle frazioni delle comunità europee che avevano costituito la quinta colonna dall’Asse e che non avevano subito alcuna rappresaglia alla fine della guerra. “L’Argentina – scriveva a questo proposito la rivista newyorkese The New Republic rimane il più comodo asilo per i nazisti che tramarono e continuano a tramare per la supremazia mondiale tedesca. Quasi centomila filonazisti continuano a circolare indisturbati nel paese. Di questi sessanta mila erano iscritti al partito nazionalsocialista, mentre ventimila appartenevano alle reti di associazioni sportive e società di cultura tedesca le quali, secondo le prove raccolta dagli alleati, funzionavano come gruppi clandestini.

Da I figli del sole, Feltrinelli, 1965

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