1.10.11

Cappotto Rosso (di Gianfranco Capitta in "Scritto e mangiato" luglio 2004)

In un contesto "non dedicato", un supplemento gastronomico de "il manifesto" del 2004, Gianfranco Capitta parla del premio della Casa del Diario, a Pieve Santo Stefano, in cui la mia mamma ha avuto l'onore di una menzione, e del manoscritto che in quell'anno venne premiato, un diario contro la mafia, di Antonina Azoti, che divenne nel 2006 un libro pubblicato da Terre di Mezzo con il titolo Ad alta voce. (S.L.L.)
Gli organizzatori degli altri premi letterari dovrebbero venire qui a imparare come si crea e si conduce un premio: massima sobrietà nella forma e massimo del piacere quanto al cibo e al bere, protagonisti unici e assoluti gli autori dei diari, coccolati e festeggiati già per il solo fatto di aver voluto mettere in comune quel loro pezzetto di intimità. Di solito i “diaristi” giungono con le  famiglie, e sono i primi a meravigliarsi di tante attenzioni. Spesso a presentare quei diari non sono gli autori che magari non ci  sono più, ma i familiari che avendo ritrovato quelle scritture in qualche angolo di casa, ridanno vita ai loro cari facendone conoscere la scrittura.
A vincere il premio quest’anno è stata una signora di Baucina, nella provincia di Palermo. Si chiama Antonina Azoti, e subito dopo la guerra, quando aveva solo quattro anni, le fu ucciso dalla mafia il padre, sindacalista. Quell’evento ha segnato la sua infanzia, come racconta nel suo diario. La obbligò a censurare il cappotto rosso appena ricevuto per essere immersa come tutta la famiglia e la casa nel nero del lutto. C’è voluto molto tempo per lei per uscire dal mistero di quella morte, e forse anche dalla “vergogna” che per quella morte oscura un ambiente omertoso le faceva pesare. Il diario le è servito anche a questo, a ridare spessore e grandezza al padre ucciso, e a ristabilire i contorni della tragedia sociale e civile che con la cultura mafiosa grava sull’isola come maledizione ineluttabile.
I diari di Pieve Santo Stefano sono così: insegnano la memoria e la storia parlando di cose piccole e private.

Nessun commento:

Posta un commento