12.10.11

Dalle Ande agli Appennini (di Maurizio Fratta - da "primapagina" 7/Ott./2011)

Primapagina, un quindicinale di confine tra Umbria e Toscana che si stampa a Chiusi, già da molto tempo si occupa di “cose dell’altro mondo”, intendendo con ciò soprattutto la resistenza latinoamericane al rullo compressore della mondializzazione consumistico-finanziaria. Vi collabora Maurizio Fratta che già da qualche anno è anche una delle colonne di “micropolis” che nell’ultimo numero ha curato la seconda pagina. Vi si raccontano i conati colonialistici di una società dell’italiana Enel attraverso la costruzione di una centrale idroelettrica in Guatemala e la resistenza delle comunità locali. Vi si mostra come tra la lotta degli Ixil guatemaltechi e quella delle comunità italiane del Monte Amiata contro la geotermia dell’Enel (sempre l’Enel!) vi sia più di un punto di contatto. (S.L.L.)
La protesta della comunità Maya Ixil
Cose dell’altro mondo: una battaglia degli indios che ricorda le vicende dell’Amiata
In un recente intervento tenutosi a Città di Castello, durante i lavori dell’annuale Convegno di Studi organizzato dalla rivista “l’altrapagina”, Enrique Dussel, il più autorevole esponente della "filosofia della liberazione" latino-americana, ha voluto ricordare come quella che noi continuiamo a chiamare " scoperta dell'America" rappresenti in realtà una tappa fondamentale nel processo di distruzione della terra causata dalla economia della crescita. Con la spoliazione delle ricchezze minerarie - 20.000 tonnellate di argento nel corso di un secolo - il nascente capitalismo europeo moderno determinerà una svalutazione del denaro che investirà tutto il sistema mondo del tempo.
Come in quel lontano passato nelle miniere di Potosì i cristiani, per impadronirsi dell’argento, immolarono migliaia di indios, anche oggi - sostiene con evidenti ragioni Dussel - le popolazioni del sud, ed ora anche del nord del mondo,vengono immolate sull’altare del dio mercato. Torniamo a
dare conto, nel servizio che ci perviene dalla Comunità Ixil nella regione di Quiché del Guatemala, dello stato di crescente tensione tra gli esponenti della popolazione ancestrale dei Maya e le Autorità di Governo a causa dei progetti della multinazionale Enel Green Power in America centrale.
Enel Green Power, azienda italiana. La stessa che sta “imponendo” lo sfruttamento geotermico dell’Amiata e che tanti cittadini e comitati, anche sulla montagna senese-grossetana contestano. Anche un’azienda italiana si è resa responsabile di una politica di sfruttamento di un territorio, non condivisa dalle popolazioni di quel territorio. La comunità Ixil rivendica il suo diritto, sancito dalla Costituzione della Repubblica del Guatemala e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite per i diritti dei popoli indigeni,ad essere consultata quando, in nome dello sviluppo imposto dalle regole della globalizzazione e del libero mercato, si impongono Grandi Opere, come centrali idroelettriche e concessioni minerarie, che devastano vita, territori, ed ambiente naturale. Magari in nome della crisi
energetica e dell’aumento dei prezzi del petrolio.
Ma cosa chiedono i Maya del Guatemala di diverso dai cittadini dell’Amiata e da quelli di Castigione del Lago e di Chiusi che chiedono chiarezza sulla geotermia, su un impianto a biomasse e su un depuratore?

I discendenti dei Maya: Enel distrugge la madre terra
Nel 2005 l’allora sindaco di San Juan Cotzal, Baltasar Toma Sambrano ha informato i dirigenti delle comunità ed i Sindaci Ausiliari della costruzione di una centrale idroelettrica. I dirigenti della comunità ed i Sindaci Ausiliari, seguendo la tradizione, informarono gli abitanti delle loro comunità del progetto per conoscere la loro opinione e la risposta delle comunità fu un rifiuto totale del progetto. Da quel momento le comunitá non seppero piú nulla del progetto. Il governo del Guatemala ha emesso un decreto il 23 gennaio 2007, in cui autorizza la costruzione della centrale idroelettrica Palo Viejo. Il progetto prevede una piccola diga, un serbatoio, un canale, un tunnel, strade d’accesso, l’istallazione di turbine e costruzioni per gli impianti.
All’inizio del 2008 la società italiana ENEL G.P. ha iniziato i lavori senza alcun tipo di informazione o di consulta alle comunità indigene in flagrante violazione della legislazione nazionale e internazionale in relazione
alle popolazioni indigene, il tutto in complicità con il governo
centrale del Guatemala e le autorità municipali di San Juan Cotzal. Di
fronte a questa situazione le comunità Ixil, hanno fatto uso dei loro
diritti sanciti dalla Convenzione 169 sui popoli indigeni, che recita testualmente:
“I popoli interessati devono avere il diritto di decidere le
proprie priorità in relazione alla scelta del loro modello di sviluppo, nella misura in cui essa incida negativamente sulla loro vita, credenze, istituzioni e benessere spirituale e sulle terre che essi occupano o utilizzano in qualche maniera, e dovranno avere il diritto di avere il controllo, per quanto possibile, del proprio sviluppo economico, sociale e culturale. Inoltre, essi devono partecipare alla formulazione, attuazione e valutazione di piani e programmi sviluppo nazionali e regionali che li possano riguardare direttamente “. Per questo hanno richiesto alle autorità municipali di condurre una “consulta in buona fede” per decidere il loro futuro in base alle loro usanze e al diritto consuetudinario.
L’8 agosto 2008, il Sindaco e funzionari della società italiana ENEL hanno cominciato a dividere le Comunità con inganni e offrendo la realizzazione in varie comunità di progetti di sviluppo come: progetti di acqua potabile, lamiera zincata, drenaggio, strade, edilizia scolastica e altri. I progetti sarebbero stati realizzati a condizione che i dirigenti comunitari firmassero un atto che prevedevacome clausola finale l’accettazione della costruzione del progetto della centrale idroelettrica Palo Viejo. Da allora le comunità Ixil hanno cominciato a fare delle manifestazioni di protesta, chiedendo di formare una “consulta comunitaria in buona fede”. La risposta è stata sempre: repressione e minacce ai dirigenti delle comunità. Nei confronti di alcuni dei quali sono stati emessi mandati di cattura.
Il 15 marzo 2009, due studenti furono investiti e uccisi da un camion della società italiana ENEL, che, secondo quanto dice la gente, percorrevano ad alta velocità strade all’interno dei centri abitati. Le famiglie dei due ragazzi furono tacitate con una somma di di 500 000 quetzales (€ 50.000) per evitare che denunciassero il caso. La comunità si oppose a questa soluzione Anche perché ENEL non aveva mantenuto le promesse fatte a suo tempo.
“Le società multinazionali e l’attuale governo - scrive la comunità Ixil - hanno violato i diritti ancestrali dei popoli indigeni per migliaia di anni hanno conservato queste montagne, foreste e fiumi. La popolazione non è stata informata né consultata, e non ha dato il suo consenso per l’esplorazione e lo sfruttamento di quei beni che Madre Natura ha messo a disposizione dei territori indigeni... L’attuale governo, che si autodefinisce come “Governo dal Volto Maya”, ha risposto accusando i Maya Ixil che rivendicano i loro diritti, di essere terroristi, di commettere atti illeciti e selvaggi ed ha criminalizzato le lotte indigene utilizzando il sistema di amministrazione della giustizia ufficiale per cercare di incarcerare le autorità ancestrali, i lider comunitari contro i quali ha emesso mandati di cattura”.
Enel Green Power con una lettera inviata a tutti i giornali il 22 settembre scorso, afferma l’azienda ha sempre lavorato in contatto e in sintonia con le comunità locali e che la protesta è rientrata dopo una trattativa che ha portato al ritiro delle denunce contro i capi Ixil e alla rimozione dei blocchi stradali...
Insomma Enel ha ceduto. Gli Indios hanno vinto una battaglia.

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