9.10.11

Il maoismo della Lanzillotta e l'odio per il Sessantotto (commento fb)

In un suo "stato" di facebook il 9 ottobre un amico giustamente stigmatizzava le indecenti parole con cui Linda Lanzillotta, già sottosegretaria dell'ultimo governo Prodi ed oggi rutelliana, propone di ignorare il risultato dei recenti referendum, procedendo con nucleare e privatizzazioni dell'acqua. "E dire - aggiungeva - che in gioventù era maoista fanatica". In qualcuno dei commenti si sparava a zero sui sessantottini, maoisti e non. Questo testo unifica due miei interventi sul tema. (S.L.L.)

Che tra i peggiori i peggiori di tutti siano i sessantottini è una illazione discutibile: né Berlusconi né Gasparri né Bondi, per esempio, hanno fatto il sessantotto. E neanche la Santanché.
Vero è che un grande movimento trascina seco detriti, arrivismi, carrierismi; ma è altrettanto vero che, tra gli anziani di oggi, molti di quelli che hanno tentato eroicamente di resistere al liberismo nelle scuole, negli ospedali, nei servizi sociali - e che ancor oggi esprimono un alto livello di socialità e solidarietà si formarono in quel movimento, in genere senza esserne tra i leader.
C'è un bel libro, di Portelli, uno storico di valore, che non rivendica per sé sessantottismi (al tempo era alla scuola militare di Pozzuoli e non "contestava"), nel quale attraverso l'oralità si racconta un sessantotto lungo fatto di battaglie nei quartieri e negli ospedali, di piccoli comitati, di difesa dei deboli.
Non mi pare un bello sport partecipare, da sinistra, alla liquidazione borghese del 17, del 21, del 45, del 68 e del 69, di tutti i momenti in cui la storia sembrava poter prendere un'altra piega. L'odio antisessantottino lo lascerei a Marcello Veneziani e ricorderei che nel Sessantotto si formò e, armato di quella cultura egualitaria, visse e lottò uno degli eroi più cari ai giovani: Peppino Impastato. Che era maoista convinto, studioso e allievo del pensiero di Mao, seppure non fanatico come la Lanzillotta. Ma liquidare il 68 e il pensiero di Mao usando la Lanzillotta è come giudicare l’89 e la Rivoluzione francese guardando a Tayllerand.

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