22.10.11

Maugham. Il finocchio sul cocchio (di Alvar González-Palacios)

Su “alias” del primo ottobre 2011 lo storico dell’arte Alvar González-Palacios delizia il lettore con alcune scritture tra l’autobiografico e il critico. La prima è dedicata allo scrittore inglese Somerset Maugham. (S.L.L.)

Ho riletto le duemila pagine dei racconti di Somerset Maugham che conoscevo solo in spagnolo o in italiano quando lo scrittore era di moda negli anni Cinquanta. L’edizione che ora ho, Vintage Maugham. Short Stories, mi fa capire quanto avevo sbagliato. I racconti sono molto migliori di quanto ricordavo; in inglese il ritmo della lingua è distaccato, elegante e conciso, si dice quello che basta. Le storie, costruite con la misura di un architetto neoclassico e il cinismo di un moralista vittoriano, sono l’esame radiografico della fine dell’impero.
Molti di questi racconti si svolgono nelle colonie dei Mari del Sud e parlano di quegli inglesi che per decenni vivevano all’estero prima di affrontare l’esilio vero, il rientro a quella che si chiamava home. Comunque quasi nessuno sembrava felice a Singapore o a Kuala Lumpur anche se tutti avevano un tenore di vita superiore a quello a cui erano abituati in Inghilterra. Si beveva molto whisky e una miscela che non conoscevo, gin pahit (qualche goccia di angostura e uno o due o tre o quattro misurini di gin). L’angostura è l’essenza estratta dalla corteccia di certi alberelli comuni in una città del Venezuela di quel nome; è più aromatica che amara e mescolata al gin assicura qualche ora d’oblio.
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La biografia di Selina Hastings The Secret Lives of Somerset Maugham (2011) è un libro avvincente: l’arte di dire quasi tutto senza essere quasi mai tediosi. Il titolo non è esatto, c’è ben poco che non sia noto della vita di Maugham. Le vicende dei suoi due amanti storici sono ben documentate: il primo morì a cinquant’anni di alcool e di tubercolosi (una malattia che sembrava perseguitare Maugham); il secondo gli sopravvisse, alcolizzato ma obeso. Erano ambedue belli: virile e vivace il primo, affettato e cockney il secondo (benché amato in precedenza da Lytton Strachey quando era The Bronzino Boy).
Il vero errore di Maugham fu il matrimonio con Syrie Wellcome, arredatrice chic, mondana quanto avida, che lo perseguitò sessualmente e finanziariamente fino alla morte. Harold Acton fece la sua diagnosi: «For those who seek a moral, one stands clear: Don’t’s marry if you happen to be queer» (potrei forse tradurre alla carlona: «non andare a nozze in cocchio se sai di essere finocchio»?).
Maugham ebbe sempre un immenso successo; ogni suo libro fu venduto in migliaia, milioni di copie; le sue storie vennero cedute al cinema con guadagni colossali. Fu anche utile al suo paese come spia nella prima e nella seconda guerra mondiale.
Maugham riuscì anche a imporsi una disciplina ferrea seguendo l’esempio di Charles Darwin: lavorare non più e non meno di tre ore al giorno. Morì a novant’anni ricchissimo, detestato da molti, amato da pochi, invidiato da tutti in una villa sontuosa sulla Costa Azzurra accudito da tredici servitori.

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