15.11.11

Carabinieri

Non so che fine abbia fatto Giulio Savelli. Credo che sia passato tra le file di Berlusconi o, addirittura, di Bossi. Non so se vi sia rimasto. Alla metà degli anni sessanta cominciò a fare, insieme a Samonà (il nome non lo ricordo), l’editore. La Samonà e Savelli pubblicava i testi “eretici” della sinistra: Trotzkij, Bucharin, Maitan, Asor Rosa, Libertini, i marxisti polacchi dell’opposizione interna.
A quella fonte ci nutrivamo noi giovani di sinistra inquieti, benché militanti in organizzazioni più o meno tradizionali, come la Federazione giovanile comunista o le due federazioni giovanili socialiste, del Psi e del Psiup. Alla dicitura Samonà e Savelli, a partire dal 1968, si aggiunse la dicitura “La Nuova Sinistra”. L’obiettivo non era solo quello di pubblicare testi “fuori linea”, ma anche di costruire una nuova cultura di sinistra uscendo dalle secche del nazional-popolare che per decenni era stato l’assillo.
Una collana ebbe particolare successo, “Il pane e le rose”, che aveva dentro narrativa, cinema, umorismo. Intanto dalle responsabilità editoriali si allontanava Samonà (Giuseppe Paolo?) e, qualche anno più tardi, anche il riferimento alla sinistra scompariva dal nome della case editrice che, nel 77, si chiamava ormai soltanto Savelli e tirava anche qualche prodotto di ampio successo.
Uno tra questi fu uno smilzo libretto rosso intitolato carabinieri, antecedente della serie di filmetti che qualche lustro più tardi Pozzetto interpretò. La trovata era di trasformare in vignette le barzellette sull’Arma, affidandone la fattura a un grafico italo-francese, tal Bertéllier, sempre in viaggio tra Firenze e Lione e facendo precedere il tutto da una introduzione sull’Arma, che al tempo sembrava immune da sommovimenti democratici e non esente, nei suoi vertici, da tentazioni golpiste. Ne era autore Sandro Medici, che fu poi direttore del “manifesto”.
Si concludeva con l’intervista a un anonimo appuntato, a mio avviso piuttosto acuto, che così sentenziava: “Anche se tra i carabinieri il processo di democratizzazione sarà più lungo, non bisogna, e questo vale per entrambe le parti, approfondire la spaccatura tra noi e la società. Bisogna comprenderci un po’ di più, avere più pazienza e tolleranza”.
Riprendo una delle barzellette illustrate di Bertéllier, a mio avviso la più bella e surrealistica. (S.L.L.)  

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