20.11.11

Scena (di Ludovico Zorzi - dall'Enciclopedia Einaudi)

Ludovico Zorzi, morto nel 1983 a 55 anni, è stato storico, teorico e critico del teatro tra i più acuti e rigorosi: ne ricordiamo, tra l’altro, una magnifica “curatela” dell’opera omnia di Ruzzante per “I millenni” di Einaudi, editore per il quale ha readatto alcune delle voci "teatrali" più importanti nell’Enciclopedia uscita tra gli anni 70 e gli anni 80. Tra di esse spicca Scena (nel Volume 12, Ricerca – Socializzazione, 1981), breve e sugosa, esemplare di un approccio davvero multidisciplinare. Ne ho trascritto qui due brani, dalla prima pagina. (S.L.L.)

La scena ambigua
Stop then, and wash. How many ages hence/ Shall this our lofty scene be acted over/ In states unborn and accents yet unknown”.
“Chinatevi dunque , e bagnatevi. Per quante età future/ questa nostra nobile scena sarà ripetuta/ in stati non nati, in accenti ancora ignoti!”.
In questa battuta di Cassio che invita i congiurati a bagnarsi le mani nel sangue dell’ucciso (Julius Caesar, atto III, scena I) Shakespeare coglie, con la lucidità del genio drammaturgico, la sintesi delle ambiguità del temine “scena”: l’azione rappresentata, nella sua specificità (di luogo e di mezzi usati per riprodurla), e insieme la metafora che istantaneamente ne muta il significato (ovvero il suo spostamento dal teatro alla storia e viceversa). E’ una battuta cardine della riflessione intorno all’arte del teatro, che enuncia magistralmente la natura profonda del fenomeno: mimesi e verità, unicità e ripetizione, coscienza e conoscenza del suo farsi. Nella carriera di ogni grande interprete della scena, da Eschilo a Calderon, dal comico dell’arte a Pirandello, sopraggiunge un momento, quello del teatro nel teatro, con il quale l’autore aspira a misurarsi.

L’origine della scena
Il concetto comunque va ricondotto i limiti semantici, anche se non agevolmente circoscrivibili, della parola greca skené (donde il latino scaena), che indicava la ‘tenda’, situata su un rudimentale palco di legno, dietro o dentro la quale il protagonista della primitiva azione drammatica (e forse prima di lui lo sciamano-attore si ritirava a mutare la truccatura, e in primo luogo a cambiare la maschera.

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