2.12.11

Religione a scuola. Un'ora da non perdere...

Qualche giorno fa (il 28 novembre) il compagno Walter Peruzzi ha “postato” sul blog che cura, “Cattolicesimo reale” (http://www.cattolicesimo-reale.it/ ) un efficace commento al recente documento della Conferenza Episcopale Italiana sull’ora di religione che volentieri metto a disposizione anche qui. (S.L.L.)
Il 15 novembre, come ogni anno, la CEI ha invitato genitori e studenti ad avvalersi dell’ora di religione cattolica nella scuola, indirizzando loro un messaggio-spot che tradisce l’arrogante intolleranza del cattolicesimo, nonostante tutti i tentativi di lifting cui si è sottoposto.

Una «risorsa per tutti»…
Il documento della CEI pubblicizza infatti la religione cattolica come «valore aggiunto… qualunque sia il vostro credo e la vostra estrazione culturale» e «significativa risorsa di orientamento per tutti». Diversa, dunque, dall’islam, dal luteranesimo, dall’induismo, dall’ateismo, dall’ebraismo, dallo scintoismo, dal buddismo e da tutte le altre religioni o ideologie, che nessuno si sogna di inserire nell’offerta formativa della scuola pubblica come «risorsa» anche per chi non ci crede.
Tale trattamento di favore si spiega, secondo la CEI, col fatto che l’ora di religione cattolica serve per «trovare risposte di senso ai ‘perché’ della vita» e per educare a «una condotta ispirata ai valori etici». Come a dire che i non cattolici vagano nel mondo senza riuscire a dare un senso alla vita e costituiscono anzi una minaccia, per sé e per gli altri, non avendo valori etici.
E sorvoliamo su quali siano i valori di chi, in duemila anni di sostegno al potere, ha sponsorizzato feroci dittatori, puttanieri devoti, ricchi epuloni: tutti, insomma, purché disposti a garantire soldi al Vaticano, leggi ad ecclesiam e privilegi al clero.

… «a servizio dell’uomo»
«La Chiesa è dalla vostra parte», conclude il documento della CEI, «si fa carico di ogni vostra fatica, vuole offrirvi il supporto della sua bimillenaria esperienza a servizio dell’uomo e delle sue più profonde aspirazioni».
Peccato che – tolti dai due millenni i secoli passati dalla Chiesa per convertire a colpi di spada i sassoni, mettere la mordacchia ai donatisti, combattere le crociate contro arabi o turchi, albigesi o stedingi, fare le guerre di religione in Europa, conquistare ed evangelizzare America, Asia e Africa, reprimere il popolo deicida, praticare schiavitù e pena di morte con squarto, condannare la libertà di coscienza in nome della religione di stato – resti una manciata di anni, neanche mezzo secolo, per di più sprecati per contrastare il cappuccio inglese anziché l’Aids, i diritti delle coppie di fatto, i gay e malati terminali, o per impinguare le casse. Come «servizio dell’uomo» non c’è male.
Un servizio che la CEI vorrebbe continuare a nascondere dietro una coltre di bugie, diffuse – come non bastassero i media che dispensano perle di “verità” papale a pranzo e a cena – anche mediante un’ora di religione tenuta dalla chiesa e pagata dallo stato.
I danni e le beffe.

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