22.1.12

Italia repubblicana. Compromesso culinario tra le due Chiese (di John Dickie)

Festa de l'Unità di Ostia. Preparazione degli spaghetti allo scoglio
La cucina trovava spazio anche nelle due sottoculture, quella cattolica e quella comunista, entrambe ostili al consumismo di stampo americano. La Chiesa cattolica lo considerava alla stregua del materialismo, un'insidiosa concessione al miraggio della felicità terrena. I dirigenti del Pci erano gente che si era fatta le ossa mangiando il pane nero dei braccianti o la brodaglia riservata ai detenuti nelle prigioni fasciste, e avevano una vena di frugalità e di autodisciplina; l'idolatrato segretario del Partito, Palmiro Togliatti, era famoso per cenare soltanto con pane e mozzarella, e occasionalmente uno di quei filetti di baccalà fritti che si trovano nelle trattorie romane più popolari.
Il pasto, tanto per i rossi che per i bianchi, era di preferenza un evento collettivo: la famiglia o una festa religiosa per la Chiesa, le Feste dell'Unità per il Pci, dove la principale attrazione erano le grigliate di carne, i piatti di spaghetti e le specialità locali. Anche se erano sulle due sponde opposte della guerra fredda, le due sottoculture avevano in comune l'ostilità contro il consumismo, e contribuirono a radicare questi valori nella cultura gastronomica nazionale. Un paese profondamente diviso a tavola aveva un'etica comune, quella del cibo buono e semplice.

Da Con gusto. Storia degli Italiani a tavola, Laterza, 2009, p.343.

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