15.1.12

Italia unita, privatizzazioni, conflitti d'interesse (Fruttero e Gramellini)

Dalla Storia d'Italia in 150 date di Fruttero e Gramellini, riprendo questa storia politico-criminale dell'Italia appena unificata, che mi pare tanto attuale. La data di pubblicazione sul quotidiano "La Stampa" è il 28 febbraio 2010. (S.L.L.)
Particolare dal monumento a Cristiano Lobbia in Asiago
15 giugno 1869. Lobbia e bastone
Ma siamo proprio sicuri che l'Italia si sia guastata nel crescere? Alla ricerca disperata di soldi, il ministro delle Finanze Cambray-Digny lancia la privatizzazione della Regi'a (Monopolio) dei tabacchi, a cui vanamente si oppone Quintino Sella. L'appalto viene assegnato a un «pool» di banche straniere, ma dietro una di esse si cela il finanziere livornese Bastogi, già accusato d'aver corrotto politici e giornalisti per l'acquisto delle Ferrovie Meridionali. Dai banchi della Sinistra si leva l'onorevole Cristiano Lobbia, un ingegnere di Asiago che ha partecipato alla spedizione dei Mille. Accusa sessanta parlamentari della maggioranza di «conflitto d'interesse». Sui giornali si scatenano le voci più incredibili: persino il Re avrebbe intascato una mazzetta di 6 milioni. Quando lo scandalo sta per assopirsi, Lobbia lo rilancia con un gesto teatrale: sventola alla Camera una busta che conterrebbe le prove della corruzione dell'onorevole Civinini, ex garibaldino come lui.
Il Parlamento di Firenze (la capitale adesso abita lì) nomina una commissione d'inchiesta, che convoca Lobbia per la mattina del 16 giugno. Ma la notte precedente il deputato è aggredito per strada da uno sconosciuto che gli tira una bastonata in testa e lo ferisce al petto con un pugnale. L'Italia si incendia, Milano e' attraversata da cortei che invocano «mani pulite». La stampa di sinistra accusa il governo di aver tentato di sopprimere l'avversario (Garibaldi parla di «TEMPI BORGIANI»), quella di destra rinfaccia a Lobbia di essersi inventato l'agguato pur di evitare l'udienza della commissione, dove si sarebbe scoperto che le sue accuse a Civinini erano un bluff. A complicare le cose, un testimone muore prima di poter deporre. E il presunto attentatore, un palermitano, viene trovato affogato nell'Arno. L'ultimo colpo di teatro arriva dalla magistratura, che trasforma la denuncia presentata da Lobbia in un processo contro di lui per simulazione. Il giorno della sentenza il deputato di Asiago si presenta in aula con la bombetta che indossava al momento dell'aggressione, mostrando l'impronta lasciatavi dal bastone. Sarà condannato egualmente. Solo molti anni dopo otterra' un'assoluzione per insufficienza di prove. E la commissione d'inchiesta sulla vendita del Monopolio? Svanita nel nulla. L'unico a trarre vantaggio dallo scandalo è un cappellaio di Firenze, che sfrutta la popolarita' della bombetta ammaccata per mettere in vendita «i cappelli alla Lobbia». Una trovata che consegnerà il nome del moralizzatore ai posteri, ma per motivi assai diversi da quelli che lui si sarebbe aspettato.

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