2.1.12

Termignon. Un monumento contro la guerra (di Enrico Peyretti)

Enrico Peyretti, presidente della Fuci (l'associazione degli universitari cattolici) durante il papato di Giovanni XXIII, fu tra i più impegnati esponenti del cattolicesimo conciliare e postconciliare con la rivista mensile torinese dal lui diretta: “Il foglio”. (Non c'è alcun rapporto con l’omonimo quotidiano, se non il fatto che Giuliano Ferrara, oggi capofila degli atei devoti, a lungo residente a Torino, ha ripreso il nome per una operazione editoriale di tutt'altro segno.) Peyretti è tuttora presente nel dibattito religioso e politico delle comunità cristiane di base con un suo peculiare cristianesimo nonviolento. Il 1 novembre del 2011, qualche giorno prima della festa, un tempo dedicata alla Vittoria oggi alle Forze armate, ha diffuso – opportunamente corredata da una foto -  la noterella che segue tra il turistico e il commemorativo. Breve, semplice, intensa; tale da suggerire un viaggio. (S.L.L.)
Termignon (Alta Savoia), Il monumento ai caduti
Allego, per il 4 novembre di lutto e non di festa, la foto sul più onesto monumento che io conosca in ricordo dei morti uccisi in guerra. Si trova nel villaggio di Termignon (in Francia, Alta Savoia, valle della Haute Maurienne, dietro il passo del Moncenisio, a circa 100 km da Torino, quando il passo alpino è aperto, altrimenti per il tunnel del Fréjus, via Modane, alcuni km di più).
Il monumento è chiamato La pleureuse, la piangente.
Rappresenta una madre, vestita nel costume locale, che piange i figli uccisi dalla guerra. Non c'è la solita retorica delle armi e dell'eroismo. C'è il dolore delle madri, che rappesentano tutti. C'è forse il pentimento della patria-madre sui figli mandati a uccidere e morire, usati come armi viventi, e perduti.

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