3.2.12

Dossier Assisi. L'intervento di Carlo Cianetti ("micropolis" gennaio 2012)

Da Bartolini a Ricci. La destra senza un progetto, senza un messaggio.

Alla città di Assisi manca un progetto. Un progetto per il rilancio del turismo, una proposta culturale e in generale una prospettiva di vita migliore per i cittadini residenti che hanno scarse occasioni di socializzazione, di confronto, di scambio e di creatività. Perché se negli anni che vanno 1997 ad oggi, in fondo, tutti hanno finito per rimanere abbacinati dalla gran quantità di opere pubbliche frutto delle enormi sovvenzioni post-terremoto e Giubileo, è anche vero che non si è pensato minimamente ad offrire occasioni di crescita alla comunità degli assisani. Insomma si è badato al corpo della città, pochissimo alla sua mente.

Così oggi Assisi (cioè tutto il territorio comunale) è l’unica città senza un asilo nido pubblico, senza un cinematografo, senza una vera biblioteca (intesa in senso moderno, come luogo facilmente fruibile ed agibile, dove sia possibile leggere libri, giornali, consultare internet, organizzare piccoli incontri e magari bersi un caffè), dove non esiste di fatto un parco attrezzato per l’infanzia, dove non esistono strutture comunali per la socializzazione, in cui possano incontrarsi giovani e anziani, associazioni e organizzazioni di volontariato.

Le politiche di Bartolini prima e di Ricci poi, non hanno mai dato giusto peso alla dimensione sociale la quale, secondo una visione “mercatistica” dell'amministrazione pubblica, è considerata eccessivamente dispendiosa e sostanzialmente improduttiva in termini finanziari.

Stesso dicasi per la cultura: le iniziative del Comune, di fatto, si sono risolte tutte in clamorosi fallimenti. Dalla mostra su Giotto al tentativo goffissimo di creare un festival degli oggetti in cera (“Cera una volta…), giusto per citare due esempi. Ma in generale, anche qui, manca la capacità di ideare, programmare, scegliere. Da anni si ripetono iniziative di privati degne di maggiore attenzione: si pensi ad Oicos festival e al Cambio festival, due eventi – uno incentrato sul confronto filosofico, l’altro sulla musica – che hanno in sé i crismi delle manifestazioni di rilievo internazionale. Ma vengono sostenute in modo inadeguato dall’amministrazione comunale.

La scelta-non scelta di Ricci è quella dei finanziamenti a pioggia: 1000 euro a questa associazione 2000 a quell’altra in modo da non scontentare nessuno, raccogliere maggiori consensi, ma con il risultato che nessuna iniziativa riesce a diventare motore di promozione culturale e turistica.

I risultati sono evidenti: l’afflusso turistico è diminuito enormemente dal 2006 ad oggi, più che nel resto della provincia di Perugia, nel frattempo sono raddoppiati i posti letto, frutto di una politica della licenza facile. Quindi meno visitatori e molti meno soldi agli imprenditori del settore. Certo la crisi è pesante per tutti e non si risolve con la semplice realizzazione di eventi, ma con un lavoro costante e quotidiano che ridisegni e comunichi al mondo che la città di San Francesco è vivibile, accessibile, divertente, ben servita e stimolante dal punto di vista culturale.

Un esempio. Il rispetto dell’ambiente è un elemento caratterizzante del buon governo e promotore di turismo consapevole, ricco e culturalmente elevato. Ebbene, la città di San Francesco (patrono mondiale dell’ecologia) è ultima in Umbria nella raccolta differenziata (20%), non esiste nessuna iniziativa di rilievo per l’utilizzo delle energie alternative, il centro storico è invaso dalle auto, la mobilità pubblica non fa minimamente uso di energie rinnovabili, in 10 anni vi è stata una cementificazione nel territorio comunale pari ai 40 anni precedenti.

Insomma Assisi non ha un progetto e non ha neanche un messaggio da trasmettere al mondo laico. Sopravvive quello legato allo “Spirito di Assisi”, con una connotazione prevalentemente religiosa, ma al di là di questo perché si dovrebbe scegliere Assisi per un week-end o per una vacanza un po’ più lunga?

Postilla
L'intervento di Cianetti, giornalista Rai e fino a ieri capogruppo del centro-sinistra al Comune di Assisi, rappresenta in qualche modo un passaggio di consegne. Sono di un paio di giorni le sue dimissioni, collegate al suo nuovo incarico di giornalista parlamentare. Auguri!

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