24.4.12

Montalbán. Un incipit (di Maruja Torres)

In prima pagina, alla notizia della incredibile morte do Manuel Vasquez Montalbán, “il manifesto” pubblicò un articolo di Maruja Torres, il cui incipit davvero memorabile qui riprendo. (S.L.L.)
Manuel Vazquez Montalbàn a Barcelona
Ho appena letto la notizia sui principali giornali europei, la notizia di copertina, ma né i trucchi di Internet né le insolenti affermazioni radiofoniche, né il blablablà della tivù, né le telefonate dei miei amici o dei miei familiari, né le loro lacrime o le mie potranno convincermi del fatto che Manolo, il nostro Manolo, sia morto. Neppure quando lo trasporteranno (diranno che l'hanno trasportato, sono astuti) e lo mostreranno, qualora accada, accetterò che Manolo sia morto.
Perché lui stesso ebbe a domandarsi: «Le cose ci sono perché sono o sono perché ci sono?», rispondendosi: «Il movimento genera fantasmi di esistenze o lo spazio è solo paesaggio per la vita e la morte della materia» (Poema de Dardé).
E anche (in Ciudad): «...ma sarai libero solo arrivando a Memoria, la città dove abita il tuo unico destino», pertanto Manolo non può essere morto perché il mio paesaggio in alcun modo ammette tale eventualità e perché, nella città, paese, continente o pianeta chiamato Memoria, la sua esistenza non è un fantasma o un gioco di specchi creato da un insieme di movimenti, bensì la materia della quale si alimentano i migliori ricordi.

“il manifesto” 19.10.2003 

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