6.5.12

La dolce pupazza al forno (Gian Luigi Beccaria)

Pasqua è passata da un po’ ma per caso ritrovo su un vecchio Tuttolibri de “La Stampa” una colonnina delle Parole in corso di Gian Luigi Beccaria, in buona parte dedicata a vocaboli, suoni, sapori e odori della Pasqua siciliana. Non posso non riportarla in questo blog. (S.L.L.)

Le festività pasquali sono sempre state un’occasione per preparare gran varietà di dolci. Dolci anche «poveri», quando ogni piccola comunità celebrava settimanalmente il rito necessario di scaldare il forno e fare il pane. Per i bambini si confezionavano dei pupazzetti.
Mi raccontano che nel Lazio si preparava la pupazza frascatana, una rappresentazione forse della dea dell’abbondanza (le si facevano tre seni). Chissà se questa tradizione è ancora viva? Anche in Umbria, per Pasqua, cuocevano la beccicuta, un pupazzetto di pasta dolce (o salata) cotto al forno insieme alle torte. Grande varietà al solito incontriamo in Sicilia: a Santo Stefano di Camastra era tradizione far cuocere dei pupi di Pasqua, panetti dolci con uova inserite, e i pezzi di mandorle servivano per disegnare gli occhi e la bocca. Ma era tradizione di molta parte della Sicilia preparare questo pupu cu l’ovu, un pane modellato a forma di un bambino allacciato ad un uovo. Ma appartiene a tutto il nostro Meridione questa tradizione del pane o del dolce con l’uovo. Nel Palermitano, a Prizzi, la domenica di Pasqua si svolge ancora il Ballo del Diavolo, e per l’occasione vengono preparati canestrelli di pane dolce con uova sode, chiamati a cannatedda. A Caltagirone, nel periodo pasquale, si preparavano i panareddi con dentro uova sode. Anche in Calabria, a Squillace e dintorni, si decoravano le cussupe con uova sode. In Calabria un pane pasquale coronato da uova è chiamato guta, o avguta, nguta, sguta (è un grecismo, annota Gerhard Rohlfs). In Puglia per la Pasqua si preparava la scarcedda, biscotti di pasta frolla sui quali sono adagiate uova col guscio. Ma ci vorrebbe un bel viaggio-inchiesta per saperne di più, vedere ciò ch’è morto e ciò che sopravvive.

Tuttolibri, sabato 7 aprile 2007 

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